Un messaggio inviato in una chat istituzionale rischia di far esplodere un grave caso politico a Imperia, sollevando interrogativi sull'uso della polizia locale e sui metodi di confronto democratico. Al centro della bufera c'è Antonio Gagliano, assessore alla polizia locale, che, a seguito di un acceso dibattito in consiglio comunale, ha suggerito in una chat di maggioranza di avviare indagini private sui consiglieri di minoranza.
Il teatro dei fatti è l'ultimo consiglio comunale, dove si discuteva un project financing da 2 milioni di euro per la gestione degli impianti pubblicitari. Il consigliere Zarbano (Imperia Senza Padroni) aveva duramente criticato l'amministrazione, definendo "una scelta economicamente rilevante senza alcuna documentazione allegata" l'inserimento nel piano di una concessione di nove anni. Zarbano ha lamentato la mancanza di trasparenza, sottolineando come mancassero atti fondamentali come il progetto di fattibilità e il piano economico finanziario.
Appena terminato l'intervento critico, la risposta dell'assessore Gagliano è arrivata in un canale riservato, ma evidentemente non abbastanza: la chat di maggioranza. Il messaggio, dal tenore inequivocabilmente minatorio, suggeriva di utilizzare la macchina comunale per ritorsioni personali: "Io indagherei sulla sua vita, se ha tutte le carte in regola, ad esempio quale abuso ha fatto... magari ha la casa non condonata, oppure il passo carraio non in regola... Potremmo fargli fare una figura di m...". La proposta, grave di per sé, assume un peso enorme considerando che Gagliano è proprio l'assessore con delega alla polizia locale, l'organo che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto eseguire tali indagini. Il contenuto del messaggio ha provocato una spaccatura immediata all'interno della stessa maggioranza. Un consigliere, l'unico a prendere una posizione netta, ha subito espresso un forte dissenso, definendo la mossa dell'assessore una "proposta criminale" e aggiungendo: "Mi dissocio da una proposta del genere. Questo modo di operare integra un reato ed è vergognoso che un assessore lo proponga”.
"Sono sereno e tranquillo -commenta Zarbano - anche perché non possiedo passi carrai e la casa in cui vivo non l’ho costruita io: la sto ancora pagando con un mutuo. Dal punto di vista personale non mi lascio certo turbare da queste vicende; nella mia esperienza professionale in Sicilia ho ricevuto ben due minacce di morte, quindi non saranno certo queste parole a spaventarmi o a farmi cambiare atteggiamento. Continuerò a svolgere il mio ruolo con la massima correttezza e serenità. Per quanto riguarda eventuali conseguenze politiche sulla maggioranza, sarà il sindaco Scajola a valutare e a decidere come agire".






