Un campo nuovo di zecca, tribune e spogliatoi rinnovati, un gruppo giovanissimo e tre rinforzi arrivati dalla Svezia. L’Imperia Rugby apre la stagione con forza e con la voglia di costruire basi solide per il futuro, affidandosi ancora alla guida tecnica di Giorgio Pallini e Carlo Franzi e a un progetto che mette al centro i ragazzi cresciuti nell’Under 18.
La novità più curiosa porta la bandiera gialloblù: tre svedesi vestiranno la maglia dell’Imperia. Si tratta di Filip e Simon, entrambi terze linee, e di Soral, utilizzabile sia come apertura che come centro. "Portano esperienza diversa e ci permettono anche di cimentarci con l’inglese – spiega Pallini –. Il nostro compito è curarli e dar loro feedback per esprimere al meglio il loro potenziale”. La rosa ha un cuore pulsante formato dai ragazzi dell’Under 18. "Molti stanno già facendo percorsi da allenatore – sottolinea il tecnico –. Conoscere il gioco anche da quella prospettiva li fa crescere. Il gruppo è molto compatto, e i più giovani portano entusiasmo e voglia di imparare”.
L’handicap, inevitabilmente, è l’inesperienza. "Ma se questi ragazzi rimarranno insieme, avremo una squadra maturata, uno zoccolo duro che può durare almeno 15 anni”. La prima fase prevede un girone da sei squadre tutte liguri, con avversari storici e di alto livello come Recco e Genova Amatori. Poi, in base ai risultati, il cammino dell’Imperia proseguirà verso la Serie B o verso il girone Mari e Monti.
“Sarà difficile – ammette Pallini – ma sono fiducioso: vogliamo fare numeri, allargare la base e crescere insieme. Le fondamenta ci sono”. L’Imperia Rugby può contare su un impianto che rappresenta un unicum in Liguria: “Il nostro è l’unico campo regolamentare interamente dedicato al rugby – ricorda invece il coach Carlo Franzi –. Una struttura che ci permette di guardare al futuro con serietà e progettualità”.
Accanto a Pallini lavorano figure di riferimento come il presidente Luigi Ardoino e il preparatore atletico Alessandro, suo figlio. “Abbiamo praticamente solo ragazzi dal 2000 in sù, esperienze diverse, età diverse – conclude Giorgio Pallini –. È proprio questa varietà che può diventare il nostro punto di forza ”.






