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Politica | 30 luglio 2025, 12:40

Imperia: gestione del servizio idrico, arriveranno ristori per 2,2 milioni per gli anni 20/21 ma a scomputo degli aumenti 2026 (Video)

A margine mini protesta del comitato utenti che hanno presentato le loro richieste

“E’ stato un incontro molto proficuo e sono state spiegate le decisioni di Arera, che conferma l’impianto di adeguamenti tariffari proposto dalla struttura commissariale dal 2016, ad accezione del biennio 20/21. In pratica 2,25 milioni saranno inseriti a scomputo negli aggiornamenti tariffari dal 2026”. Sono le parole di Valerio Ferrari, presidente dei soci pubblici di Rivieracqua al termine del punto della situazione, fatto questa mattina in Provincia ad Imperia, sulla gestione del servizio idrico nella nostra provincia.

Un incontro, convocato dallo stesso Ferrari e che si è svolto alla presenza di molti sindaci o esponenti delle amministrazioni comunali dell’imperiese. La riunione di oggi, alla presenza del management ‘privato’ dell’azienda, è stato voluto dopo la conferma delle tariffe idriche e dopo la revoca della struttura commissariale, dettata dal presidente della Regione, Marco Bucci. Tra i partecipanti il presidente di Rivieracqua, Giuseppe Torno, e l’Amministratore Delegato Fabio Trolese. Nel corso della riunione, i partecipanti sono tornati sulla delibera di Arera, che ha chiesto di ricalcolare alcune voci relative alle tariffe, pur dopo aver confermato le tariffe. Negli ultimi tempi, infatti, non sono mancate le richieste degli utenti che vorrebbero sapere come i ricalcoli potranno incidere sui portafogli dei cittadini.

A margine della riunione ha pacificamente dimostrato il Comitato di Difesa dell’Acqua Pubblica, distribuendo ai presenti un volantino. Nel documento il comitato chiede che non vengano aumentati gli stipendi dei vertici della società, che vengano sospese immediatamente le riscossioni, i solleciti e le messe in mora per le fatturazioni ‘22/’23 ed il ricalcolo dei conguagli per le stesse annate, già incassati.

“Noi, come gestori – ha detto Fabio Trolese, Amministratore di Rivieracqua – capiamo quanto successo e gli importanti conguagli tariffari in passato. Ma anche che, la delibera dell’autorità nazionale ha reso chiarezza, evidenziando che gli atti siano stati fatti correttamente. Le decisioni prese oggi e in futuro, saranno prese sulle basi di decisioni prese a livello nazionale. Capisco che per alcuni cittadini la situazione possa non corrispondere alle attese che avevano in passato, però queste sono le parole di verità. Per quanto riguarda i ristori relativi al 2021, ci saranno. In merito al 2022-2023, c’è ancora protesta? Ribadisco che la delibera dell’Autorità nazionale ha chiarito che ciò che è stato fatto dalla struttura commissariale e, di conseguenza, dal gestore, è stato eseguito correttamente. Per quanto riguarda il biennio 2020-2021, l’Autorità ha deliberato la restituzione di determinati importi. Tali somme, secondo i meccanismi tariffari che verranno stabiliti a livello locale, saranno detratte dalle tariffe future". 

E prosegue: "Sugli aumenti e sui conguagli 2022-2023 – che in alcuni casi sono stati anche molto pesanti – voglio chiarire che la maggior parte è già stata fatturata, quindi non ci saranno ulteriori sorprese. Come abbiamo sempre sostenuto, sia noi come azienda che la struttura commissariale, erano conguagli dovuti e da pagare. Lo confermo pienamente. Detto questo, siamo disponibili ad analizzare i singoli casi e offrire rateizzazioni, anche oltre i limiti previsti dalla norma, per venire incontro alle esigenze degli utenti. Il messaggio deve essere chiaro: quanto è stato fatto è stato fatto correttamente e, quindi, deve essere onorato. Per quanto riguarda le garanzie alla cittadinanza sull’efficienza del servizio, posso dire che ci auguriamo che questo passaggio tariffario abbia portato elementi di chiarezza utili a tutti – cittadini, gestori e sindaci – per avere certezza su ciò che avverrà in futuro. Come gestori siamo fortemente impegnati nel nostro compito: portare l’acqua con continuità, senza interruzioni, con qualità adeguata, e realizzare gli investimenti necessari. Questo è ciò che ci viene chiesto dall’Autorità d’Ambito e dai sindaci, in rappresentanza dei cittadini. Ed è ciò che intendiamo fare. Per quanto riguarda la questione del parere sugli stipendi degli amministratori di Rivieracqua, voglio precisare che la nostra è una società a partecipazione pubblica, con una quota prevalente. Non è assolutamente una società privata. Il parere ha fatto chiarezza sulle regole applicabili alle società a partecipazione pubblica. Esiste un decreto – mi pare sia il decreto Madia del 2016 – che definisce il funzionamento di queste società. Il parere ha chiarito come applicare quel decreto nel caso di Rivieracqua. Ma voglio essere chiaro: le remunerazioni degli amministratori sono state decise dall’Assemblea dei Soci all’inizio del 2025 e non sono cambiate. Questo parere non modifica nulla. Gli stipendi restano quelli già deliberati. Non vorrei che ci fosse un equivoco: questo parere non implica alcun aumento degli stipendi.”

Valerio Ferrari, presidente dei soci pubblici di Rivieracqua: “Sì, è stato un incontro, a mio modo di vedere, molto proficuo. Sono state spiegate le decisioni di Arera, che confermano l’impianto complessivo degli adeguamenti tariffari proposti dalla struttura commissariale, a partire dall’anno 2016. L’unica eccezione riguarda gli anni 2020 e 2021, perché in quel periodo l’articolazione tariffaria non era stata approvata conformemente alla disciplina della TXI e c’erano ancora contratti con utenze a minimo impegnato, che la normativa non prevedeva più. Cosa significa questo in termini monetari? Circa 2 milioni e 250 mila euro verranno sottratti dagli aggiornamenti tariffari a partire dal 2026. Se, ad esempio, l’aumento previsto fosse pari a 10, sottraendo questi 2,2 milioni, l’incremento effettivamente applicato sarà di circa 7,8. Questo per entrare nel dettaglio dei numeri e spiegare concretamente cosa succede. Gli ulteriori 3,9 milioni di euro, sempre relativi al biennio 2020-2021, che la società avrebbe potuto fatturare a partire dal 2029, sono stati invece cancellati da Arera. Lo stesso meccanismo si applica: non li rivedremo più in tariffa. Per quanto riguarda i conguagli del 2022-2023 – quelli più rilevanti e oggetto di contestazione da parte di alcuni comitati – va detto che si tratta, a livello tariffario, di componenti autorizzate, che quindi devono essere pagate. Su modalità e tempistiche, sarà necessario un confronto diretto tra utenza e gestore. So che esistono situazioni molto critiche, soprattutto per alcune attività commerciali e, in certi casi, anche per quelle agricole. Il gestore, naturalmente, è a disposizione per approfondimenti: su questo lascio la parola all’amministratore delegato. Arera, inoltre, prevede una serie di meccanismi di garanzia relativi alla qualità del servizio, che riguardano aspetti come le perdite idriche, la resilienza delle reti, la qualità della fognatura e quella delle acque depurate. In tutto sono sette componenti, facilmente consultabili nel decreto. Nel caso di Riviera Acqua – e parliamo ovviamente del passato, perché la fotografia attuale si riferisce a quello – ci sono tre componenti in cui non raggiungiamo ancora la sufficienza. Questo significa che il gestore viene penalizzato economicamente, a vantaggio dell’utenza. Quando la società riuscirà a rispettare gli standard previsti dalla normativa, che Arera verifica regolarmente, allora si potranno generare economie anche per il gestore.”

Durante l'incontro, il Comitato di Difesa dell’Acqua Pubblica ha anche chiesto che la società venga gestita nel rispetto della carta dei servizi e del principio fondamentale di trasparenza, efficienza e gentilezza verso gli utenti “Chiediamo il rispetto della volontà popolare nel referendum del 2011, per una condizione societaria pubblica e che il privato favorisca il tutto senza trarne vantaggi”. Lo stesso comitato si è scagliato contro gli ultimi interventi della società: “Chiediamo che non si intimidiscano gli utenti sulla libertà d’espressione e sul diritto di contestare una fattura ritenuta ingiusta”.

Carlo Alessi

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