“I Cpr sono luoghi di tortura, ci opponiamo all’apertura di nuovi e auspichiamo la chiusura di quelli già esistenti”. Lo dice l’eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra Ilaria Salis, che si è unita alla manifestazione che ha attraversato Diano Marina con direzione l’ex Caserma Camandone, luogo designato dal Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per la realizzazione del centro di permanenza e rimpatrio.
“Né qui, né altrove”, lo slogan che risuona tra gli attivisti, oltre un centinaio, che hanno aderito al corteo organizzato dal comitato 'Ponente contro i CPR'. Il gruppo unisce varie anime, dal centro sociale La Talpa e l’Orologio all’associazione Popoli in arte, l’associazione Martina Rossi, Non una di meno e Anpi. Chi protesta, guarda oltre la dimensione locale, lo fa per denunciare l’inumanità di quei luoghi. “I Cpr non esistono giuridicamente in Italia -dichiara Maria Paolo Rottino, del Comitato-, sono luoghi in cui entri per chi sei, non per cosa hai fatto. Rappresentano l'ultimo anello di una catena 'escludente', che non permette a chi arriva di regolarizzarsi".
Si tratta, infatti, di strutture di detenzione amministrativa dove vengono reclusi i cittadini non comunitari che non hanno un permesso di soggiorno valido per rimanere in Italia, in attesa di essere espulsi. “Non forniscono una risposta strutturale al problema dell’immigrazione irregolare, non creano integrazione”, sottolinea Francesco Mamberto, segretario del circolo imperiese di Rifondazione Comunista.
Lilli Alampi, in rappresentanza di Potere al Popolo Imperia e Genova, ricorda una delle vittime del sistema detentivo: Moussa Balde, suicida a 23 anni all’interno del Cpr di Torino. Il giovane era stato vittima di un’aggressione a Ventimiglia e poi arrestato perché privo di documenti e condotto nella struttura torinese. “Sono tanti i ragazzi, le persone morte nei centri di rimpatrio, luoghi dove si viene privati dei propri diritti”, dice Alampi.
Non mancano le idee su come riproporre alla comunità l'ex Caserma abbandonata da anni: "Da vent'anni proponiamo un uso intelligente della Camandone, un bene preziosissimo, che potrebbe diventare un ostello della gioventù e uno spazio destinato ai servizi sociali", spiega Alberto Gabrielli, Rifondazione Comunista di Diano Marina.