È stata chiesta una condanna a dieci anni di reclusione per C. V., 44 anni, ex calciatore dell’Imperia Calcio, accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti della figlia minorenne della sua ex compagna. I fatti contestati risalirebbero a un periodo antecedente al 2020, in un momento delicato della vita dell’ex calciatore, da poco separato e appena trasferitosi a vivere con la nuova compagna.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, sostenuta in aula dalla pm Francesca Dentis, gli abusi sarebbero avvenuti all'interno del contesto familiare durante la convivenza con la madre della ragazza. Proprio questo elemento – la coabitazione – comporterebbe un'aggravante per l'ex calciatore , secondo quanto stabilito dal codice penale in presenza di un rapporto parafamiliare con la vittima.
Tale versione è stata, però oggetto di forte contestazione da parte della difesa, rappresentata dall’avvocato Nicola Menardo del foro di Torino, che sostiene invece che la convivenza sia iniziata solo dopo il periodo in cui si sarebbero verificati i fatti oggetto del procedimento. Una differenza temporale che, se confermata, potrebbe ridimensionare l’impianto accusatorio e l’eventuale aggravante.
I genitori della ragazza si sono costituiti parte civile nel processo, assistiti dalle avvocate Sabrina Tallone e Simona Costantini, entrambe del foro di Imperia.
Visto l’elevato grado di delicatezza del caso e l’età della presunta vittima, le udienze si sono svolte a porte chiuse. Il collegio giudicante, presieduto dal giudice Carlo Alberto Indelicati, ha accolto la richiesta delle parti di mantenere il massimo riserbo sull’intero dibattimento, per tutelare la privacy della ragazza e impedire la diffusione di dettagli sensibili.
L’udienza è stata aggiornata al prossimo 17 luglio, data nella quale sono previste le repliche e, salvo imprevisti, la lettura della sentenza.
