Metti una sera a cena (a buffet), non in uno dei tanti ristoranti ma in banchina, nel cuore di porto vecchio di Sanremo, con il presidente della Regione e quello della Provincia seduti l'uno accanto all'altro a parlare fitto fitto, tra una forchettata di brandacujun e un sorso di prosecco. E' il richiamo del mare e (soprattutto) della marineria d'antan ad aver riunito allo stesso tavolo Marco Bucci e Claudio Scajola, nel galà-premiazione che ha posto il sigillo sull'esordio delle Grandi regate internazionali di Sanremo, un tuffo nel passato intriso dello stile e dell'eleganza di barche il cui fascino non tramonta.
A far gli onori di casa, oltre a Beppe Zaoli, presidente dello storico Yacht Club Sanremo, il sindaco della Città dei fiori Alessandro Mager e il neo presidente del Casinò, Giuseppe (Pino) Di Meco. E con una comparsata, saluti e qualche chiacchiera, dell'assessore regionale al turismo Luca Lombardi.
Cosa si siano detti Bucci e Scajola rimane affar loro, di sicuro si sa che hanno apprezzato l'appuntamento: il governatore dichiarando la sua passione nell'andar per mare e l'ex ministro (che è anche sindaco d'Imperia) sottolineando la centralità di Sanremo negli eventi e nell'immagine della Riviera dei fiori. Che fra i due ci sia un buon feeling politico lo certifica il forte sostegno di Scajola alla candidatura di Bucci per le Regionali dell'ottobre scorso, con la vittoria dell'ex sindaco di Genova. Scontato (o quasi) che abbiano parlato anche della fresca (bruciante) sconfitta del centrodestra all'ombra della Lanterna, con Pietro Piciocchi, che era il vice di Bucci, battuto già al primo turno dall'ex olimpionica Silvia Salis, volto nuovo del centrosinistra.
Il tutto in quella sorta di 'bolla' che si è creata sulla banchina Vesco, tra equipaggi di lingue diverse e armatori, nella serata in cui tutte le attenzioni erano rivolte alla finale di Champions League. Niente tv, sul maxi schermo immagini 'a nastro' delle regate, e la colonna sonora di una band locale, interrotta soltanto per lo spettacolo dei fuochi d'artificio. E alla fine, il 'sacrificio' dell'interista Mager, che, da buon primo cittadino, ha rinunciato a vedere la partita per rispondere presente all'appuntamento, è servito almeno a risparmiargli l'amarezza (eufemismo) di vivere in diretta la durissima lezione di calcio che il Psg ha impartito ai nerazzurri.