“Non possiamo fermarci per una casa o un capannone”, parole del sindaco Claudio Scajola pronunciate durante l’inaugurazione del “Frantoio delle Idee” stamattina all'Auditorium della Camera di Commercio. Il tema è quello, ormai incandescente, dell’Aurelia Bis, l’opera infrastrutturale attesa da decenni. Le parole di Scajola arrivano dopo il rifiuto della maggioranza di trattare la questione in consiglio comunale uscendo dall'aula e facendo mancare il numero legale nell'ultima seduta.
“Non è accettabile che in questo territorio non si registrino investimenti da oltre 15 anni” – ha dichiarato il primo cittadino – “Stiamo portando avanti con fatica il progetto dell’Aurelia Bis, nonostante l’opposizione di chi continua a ostacolarci. Non possiamo bloccare un’opera fondamentale per migliorare la viabilità, solo perché è necessario spostare una casa o un capannone”, ha detto il primo cittadino.
Una dichiarazione che lascia interdetti molti, soprattutto tra chi quella “casa o capannone” la vive ogni giorno, ci lavora e ci ha investito. L'impressione – sempre più forte – è che a Palazzo Civico la voce dei cittadini non venga ascoltata, o peggio, venga considerata un fastidioso 'intralcio' sulla strada degli 'interventi strategici'.
Spostare una casa, spostare un capannone non è come spostare pedine su una scacchiera. Dietro (o dentro) a quelle strutture ci sono famiglie, aziende, vite reali. E soprattutto, ci sono domande legittime che continuano a rimanere senza risposta: perché non si è mai aperto un tavolo di concertazione come chiedono i comitati? E dove le compensazioni, i piani di sostegno per chi rischia di perdere tutto?
La sensazione, è che l'ex ministro stia cercando di lasciare un segno storico nella città, a ogni costo, senza curarsi degli effetti collaterali. Un'opera, quella dell’Aurelia Bis che da progetto utile rischia di trasformarsi in un simbolo dell'arroganza del potere dove il 'fare' male, tanto per fare, senza studiare (come nel caso della Cittadella dello Sport nell'antistadio del Ciccione) conta più del condividere.