Deportato in Germania per la sua fede antifascista, aveva preso la guida dei Comunisti italiani dopo la morte di Berlinguer. Aveva 83 anni.
L'ex segretario del Pci si è spento serenamente nella sua abitazione ai piedi di Capo Berta, versante imperiese. Era nato il 7 gennaio 1918. La sua attività antifascista si sviluppò in occasione della sua frequentazione universitaria, tra il '36 e il '41, alla Normale di Pisa. Dal '45 comincia la sua militanza nel Pci. Dopo essere diventato segretario generale del partito all'indomani dell'improvvisa scomparsa di Enrico Berlinguer, mantenne la carica sino al 1988, anno in cui il comitato centrale del partito nominò alla guida Achille Occhetto.
La sua vita politica è stata intensissima. All'esordio come consigliere comunale a Imperia fece seguito, nel 1948 l'elezione a deputato nel collegio Genova-Imperia-La Spezia. Parlamentare per ben dieci legislature, ha fatto parte delle commissioni Cultura, Antimafia ed Esteri. Ha firmato come direttore il settimanale Rinascita ed è stato capogruppo del Pci alla Camera sino al 1979, sempre come rappresentante di spicco della direzione nazionale del Pci. Il 26 giugno 1984, scomparso prematuramente Berlinguer, Natta diventa nuovo segretario generale del Pci. Sarà anche protagonista di un viaggio nella capitale dell'allora Unione Sovietica, viaggio organizzato da Armando Cossutta e che genererà furiose polemiche all'interno del partito.
Al congresso di Firenze del 1986 viene confermato segretario. Guiderà il partito alle elezioni politiche del 1987 con un programma denominato Alternativa democratica ma il risultato delle urne non sarà favorevole. Il 30 aprile 1988 è colpito da un infarto mentre partecipa a un evento politico a Gubbio. Dopo le sue dimissioni, il 21 giugno, la carica passa ad Achille Occhetto, esponente della generazione dei cinquantenni con i quali il Partito Comunista Italiano concluderà la propria vicenda storica. Da allora, per motivi di salute ma anche e soprattutto perché deluso dalle nuove linee del partito e pure dalle modalità con cui gli venne preferito Occhetto alla guida, si ritirò definitivamente dalla politica, abbandonando Roma e tornando nella sua amata e indimenticata Oneglia. Natta non prese mai la tessera del Pds, erede del vecchio Pci, e non nascose mai la sua contrarietà alla 'svolta'. Negli ultimi anni, lo si poteva vedere spesso passeggiare, di prima mattina, lungo la spianata di Borgo Peri, sino alla Galeazza e anche sul molo.