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Economia | 16 maggio 2025, 08:00

Quali sono le cinque nazioni con maggior pressione fiscale

In base ai più recenti dati dell’OCSE, alcuni paesi europei continuano a registrare livelli elevati di pressione fiscale, influenzando le dinamiche fiscali e sociali: vediamo insieme quali sono.

Quali sono le cinque nazioni con maggior pressione fiscale

La pressione fiscale è una tematica ben presente nel dibattito della società italiana, che viene affrontata e discussa in svariati ambiti: dai salotti televisivi ai bar sparsi lungo tutta la Penisola, quest’argomento è spesso al centro di vivaci ed interessanti discussioni, talvolta senza comprendere appieno il significato.

Quando parliamo di pressione fiscale s’intende il rapporto tra entrate fiscali totali e il PIL (Prodotto Interno Lordo) di un paese, un indicatore utile a comprendere il peso delle imposte su cittadini e imprese. In base ai più recenti dati dell’OCSE, alcuni paesi europei continuano a registrare livelli elevati di pressione fiscale, influenzando le dinamiche fiscali e sociali: vediamo insieme quali sono.

Francia

Tra i paesi dell’OCSE, la Francia rientra, senza alcun dubbio, tra quelle che fanno registrare una pressione fiscale piuttosto consistente: negli ultimi anni, il rapporto tra entrate fiscali e PIL si attesta attorno al 43,8%. L’elevata pressione fiscale transalpina, però, è ben compensata da un sistema di welfare particolarmente generoso, che viene finanziato prioritariamente attraverso le imposte sul reddito e contributi sociali.

La Francia, tuttavia, si trova alle prese con sfide significative, come un deficit pubblico che ha raggiunto il 5,5% del PIL nel 2023, sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale a lungo termine. 

Belgio 

Un altro che presenta un'elevata pressione fiscale sul reddito personale, con un’aliquota media del 50%, è il Belgio. Volgendo lo sguardo al 2023, ultimo anno in cui è possibile reperire i dati, il cuneo fiscale totale - includendo imposte sul reddito e contributi sociali - raggiunge il 56,2%, posizionando il paese al primo posto tra i paesi membri dell’OCSE. 

Il paese con capitale Bruxelles, sede del parlamento europeo, è in grado di bilanciare l’elevato carico fiscale con un efficiente sistema di servizi pubblici esteso, non fugando, però, i dubbi sulla competitività economica del Belgio e sull’incentivo al lavoro. 

Germania 

Quando si parla di competitività europea, la mente corre, inevitabilmente, alla Germania, definita, non casualmente, la “locomotiva economica” del Vecchio Continente. In pochi sono al corrente, tuttavia, che il paese tedesco presenta una pressione fiscale pari al 52,2%. Un dato piuttosto significativo, che pone la Germania tra i paesi con maggiore pressione fiscale al mondo. 

D’altro canto, il sistema fiscale tedesco è contraddistinto da imposte sul reddito progressive e contributi sociali significativi. La Germania, però, mantiene una forte economia, grazie a un settore industriale robusto e a politiche fiscali prudenti. Sul suolo tedesco resta acceso il dibattito su possibili riforme fiscali volte a incentivare l’occupazione e l’innovazione della nazione. 

Italia 

Come ben sappiamo, l’Italia è uno dei paesi che fa registrare una forte pressione fiscale, non compensata, a differenza dei cugini francesi, da un welfare generoso, che spinge molti italiani a reperire informazioni su come pagare meno tasse legalmente. Nel 2024, il rapporto tra entrate fiscali e PIL è stato del 42,6%, in aumento rispetto al 41,4% dell’anno precedente. Questo incremento è in buona parte attribuibile all’aumento delle entrate fiscali, mentre la spesa pubblica è rimasta stabile. 

Il sistema fiscale italiano è caratterizzato da un’aliquota IRPEF progressiva dal 23% al 43%, oltre che un’aliquota IRES del 24% per le società. Inoltre, i contributi previdenziali rappresentano una fetta considerevole del carico fiscale complessivo.

Danimarca 

Tra i paesi che possono annoverare uno dei più efficienti sistemi di welfare al mondo si segnala la Danimarca. Questa “eccellenza” scandinava, però, viene finanziata attraverso una pressione fiscale considerevole. Il rapporto tra PIL e tasse si attesta al 42,2%, tra i più alti dei paesi facenti parte dell’area OCSE. 

Una peculiarità del sistema danese è rappresentata dall’assenza di contributi previdenziali separati, con la maggior parte delle entrate derivanti da imposte sul reddito. Un approccio che semplifica notevolmente il fisco danese, ma al tempo stesso lo rende tra quelli che presentano un maggior carico sui redditi personali.










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