“Riteniamo che i vantaggi prospettati, se rapportati alle conseguenze non siano convenienti per la nostra realtà”, così i sindaci del Golfo Dianese in una lettera indirizzata al presidente della Regione Marco Bucci e al presidente della Provincia Claudio Scajola, fanno fronte comune per opporsi al progetto dell’impianto eolico “Monte Chiappa”: “riteniamo di doverci esprimere come una singola voce rappresentativa di esigenze comuni, così come avvenuto per il Cpr a Diano Castello o per il problema dei rifiuti -scrivono i sindaci - il problema di un singolo comune ha ricadute sull'intero sistema dei territori limitrofi”.
Hanno firmato la lettera il sindaco di Andora, Mauro Demichelis, di Cervo, Natalia Cha, di Diano Arentino, Paolo Sciandino, di Diano Castello, Romano Damonte, di Diano Marina, Cristiano Za Garibaldi, di Dian San Pietro, Claudio Mucilli, di San Bartolomeo al Mare, Filippo Scola e di Villa Faraldi, Stefano Damonte.
“Vogliamo chiarire che non ci sono preclusioni verso la produzione di energia alternativa, ma ribadiamo con forza che non può essere fatta compromettendo un'economia solida e storica come quella agricola e olivicola e cementificando zone che sono oggetto di presidio paesaggistico, in aree naturali protette e non idonee”.
Il progetto, avanzato dalla società Tozzi Green di Mantova, l'impianto si estenderebbe nei comuni di San Bartolomeo al Mare, Villa Faraldi e Andora e prevede sette aerogeneratori da 4,2 MW ciascuno per produrre nel complesso 29,4 MW di energia. Un’impresa dal valore complessivo di oltre 47 milioni di euro. Tra le preoccupazioni di amministratori e cittadini le opere infrastrutturali necessarie per il passaggio dei mezzi eccezionali durante la realizzazione dell'impianto: “Stravolgerebbero la morfologia di territori già fragili, minandone per anni, o per sempre, l'attrattività turistica su cui stanno investendo le nostre amministrazioni e che rappresenta un serio piano economico per mantenere vivi quei luoghi”.
"Dopo un'attenta analisi dei progetti, riteniamo che i vantaggi prospettati, in termini di ricaduta economica per i nostri operatori e di produttività energetica prevista, se rapportati alle conseguenze di anni di cantieri sul benessere e la salute di abitanti e turisti, alla perdita di areali produttivi olivicoli, alle modifiche orografiche richieste per il passaggio dei trasporti eccezionali, ai presumibili danni per l'ambiente ed altre considerazioni di merito, di fatto non li rendano vantaggiosi per la nostra realtà".
I primi cittadini auspicano una soluzione condivisa e si rendono disponibili a un confronto: "Auspichiamo che la progettazione avvenga sempre attraverso un tavolo di lavoro condiviso con le amministrazioni locali, per trovare strategie comuni e soluzioni che tengano conto delle peculiarità territoriali e per questo ci rendiamo disponibili a tali incontri". Intanto, mercoledì 12 marzo alle 21, nel centro Incontro di San Bartolomeo al Mare, si svolgerà un incontro pubblico rivolto alla cittadinanza.