Una tradizione lontana nel tempo ma assolutamente importante. La coltura del tartufo, infatti, viene da un passato lontano ma rappresenta ancora un elemento vitale nel settore agricolo regionale. Tanto che la giunta regionale, su proposta del vicepresidente Alessandro Piana con delega all’Agricoltura, ha approvato le “rotte” per la tutela e la valorizzazione del tartufo.
Il progetto si fonda sul piano definito in collaborazione con il centro sperimentale per la tartuficoltura ligure che ha sede presso la riserva naturale regionale di Bric Tana a Millesimo, provincia di Savona e ha il principale obiettivo di potenziare la filiera del tartufo con reali interventi di ricerca, conservazione e sviluppo.
Sarà coinvolto anche il Distav dell’Università di Genova e l’Associazione Tartufai & Tartuficoltori Liguri. Il prezioso tubero, infatti, non si trova soltanto nell’entroterra savonese presso il vivaio forestale regionale di Pian dei Corsi e, localizzazione poco conosciuta anche nel ponente in particolare nell’entroterra collinare di Imperia e Sanremo dove può trovarsi il tartufo bianco nella stagione autunnale, ma è possibile avviare la produzione di piante tartufigene certificate proprio a Pian dei Corsi: il terreno favorevole alla nascita del tartufo, infatti, è quello dove esiste la presenza di alberi quali il tiglio, la quercia, il nocciolo e il leccio.
Quindi è previsto pure il censimento delle tartufaie naturali di 'tubermagnatum' ovvero del pregiato tartufo bianco in particolare nel territorio della Val Bormida programmando interventi di divulgazione, formazione, convegni tematici e coinvolgimento delle scuole per l’informazione ai giovani senza dimenticare corsi di aggiornamento per micologi.
“Questo vuole essere un modello di sinergia tra mondo accademico e operatori del settore, – ribadisce il vicepresidente Piana – il modo con la più alta penetrazione comunicativa per valorizzare e promuovere una delle eccellenze della terra di Liguria”.