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Attualità | 09 febbraio 2025, 07:11

IL PUNTO. Il "paradosso" dell'Aurelia bis, la doppia faccia della sicurezza a Imperia

La costruzione del Palasalute in una zona esondabile solleva interrogativi sulla coerenza delle scelte urbanistiche passate

IL PUNTO. Il "paradosso" dell'Aurelia bis, la doppia faccia della sicurezza a Imperia

In un Paese dove la pianificazione urbanistica dovrebbe essere sinonimo di sicurezza e sostenibilità, le scelte fatte dalle Istituzioni riguardo alla gestione del territorio sembrano talvolta rispondere a logiche che sfidano la coerenza. 

È quanto emerge dalla recente “scoperta” che il tracciato dell’Aurelia Bis, una delle opere infrastrutturali più discusse a Imperia,  dovrebbe passare nel torrente Caramagna, dove, secondo le normative ambientali, non dovrebbero essere eretti piloni. E, come giustamente sottolineato dal governatore Marco Bucci durante la sua visita ad Imperia, il progetto è stato sospeso, per tutte le verifiche del caso, a conferma che anche la Regione ha compreso l'importanza di rispettare le regole del buon senso, oltre che quelle delle normative idrauliche.

Ma il "paradosso" si fa evidente quando si guarda anche al recente passato, quando simili problematiche sembrano essere state ignorate o quantomeno sottovalutate. Mentre oggi si prende una decisione prudente su una nuova grande infrastruttura, ci si dimentica di quelle opere già realizzate senza la stessa attenzione alle dinamiche idrauliche. 
È il caso, per esempio, del Palasalute di Imperia, una struttura costruita sopra la tombinatura del rio Artallo, nel cosidetto "buco" di viale Acquarone, una zona, oltre che logisticamente infelice, da sempre soggetta a problematiche idrauliche. Nonostante alcuni interventi in corso d'opera, come l'alzamento di un metro, i rischi non sono mai stati completamente eliminati. Il risultato? Un paradosso appunto e sul tema più importante di tutti: la salute dei cittadini.

Infatti, ogni volta che Arpal emette l'allerta meteo arancione o rossa, il Palasalute è costretto a chiudere per motivi di sicurezza, causando disagi e rinvii delle visite per i cittadini, salvo smistamento di  prestazioni e personale in altre strutture secondo un Piano predisposto Questo non è solo un dettaglio tecnico,  è un problema che riguarda la vita quotidiana di molte persone. La mancata visione a lungo termine e la superficialità nelle scelte fatte negli anni passati mettono in evidenza la mancanza di una strategia coerente e lungimirante da parte delle istituzioni. 

Il quesito che sorge spontaneo è: perché oggi si blocca un progetto come quello dell’Aurelia Bis per la sicurezza idraulica, mentre altre strutture già operative, che presentano le stesse problematiche, continuano ad esistere senza una revisione adeguata dei rischi? È difficile non rilevare la disparità di trattamento nelle decisioni politiche, dove a volte la sicurezza ambientale e territoriale sembra passare in secondo piano rispetto ad altre priorità, spesso più legate forse a logiche di visibilità politica che a un'effettiva tutela dei cittadini. 

Nel momento in cui si avviano nuove grandi opere, sarebbe opportuno che la stessa attenzione venisse riservata anche al monitoraggio e alla messa in sicurezza delle strutture già esistenti, che continuano a rappresentare un potenziale rischio per la collettività. Se si vuole davvero costruire un futuro sostenibile e sicuro per la Liguria, non possiamo accontentarci di risposte parziali, ma dobbiamo pretendere un approccio globale che tenga conto di tutte le variabili, ambientali e sociali, in modo che il paradosso di oggi non diventi la tragedia di domani.

Diego David

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