“Ricordiamo coloro che hanno combattuto ‘per dignità e non per odio’”, spiega Angelo Giribaldi, vicepresidente del Circolo Parasio, davanti alla targa dedicata all’eroe partigiano, medaglia d’oro al valor militare, Felice Cascione. A ottantun anni dalla morte di “U megu” Imperia lo ricorda con una commemorazione presso la sua casa natale, in via Santa Caterina al Parasio di Porto Maurizio dove nel 2016 venne affissa la lapide voluta dall'allora presidente del Circolo Parasio Giacomo Raineri e dal partigiano compagno di Cascione Miro Genovese.
“Un’occasione per ricordare un ragazzo che ha guidato la Resistenza e chi ha combattuto, ‘per dignità, non per odio’, come recita la targa commemorativa nel cimitero di Porto Maurizio -dice Giribaldi-. Questo gruppo di persone è pur sempre la punta dell’iceberg, oggi vogliamo ricordare anche i 24 mila civili inermi uccisi dal nazifascismo”.
Giovane imperiese, Cascione muore a soli venticinque anni in un assalto nazifascista il 27 gennaio del 1944 ad Alto. Sempre spinto dai valori di libertà e giustizia diventa un esempio e così il sanremese Italo Calvino, segue le sue orme unendosi alla lotta: “Il tuo nome è leggenda molti furono quelli che infiammati dal tuo esempio s'arruolarono sotto la tua bandiera”.
Solo un mese prima della morte, nella notte di Natale del 1943, venivano intonate per la prima volta le strofe di “Fischia il vento”, quello che è diventato un inno dell’intera Resistenza. Cascione ne ha scritto le parole, mentre le note arrivano dalla Russia, sono quelle di Katjuša, portate dall’amico Ivan Sibilla.
Foto Christian Flammia
