Nei primi giorni del 1985, ma non fu da meno, in un certo senso, il gennaio 1986, un'ondata di maltempo seppellì gran parte di Imperia e del resto della penisola sotto un manto di neve. Nessuno avrebbe potuto prevedere che quell'evento avrebbe lasciato un segno nell'immaginario collettivo da essere ricordato come la nevicata del secolo. Non era certo la prima volta.
Qualcosa di simile era avvenuto, in Italia e ad Imperia nel febbraio del 1956 (solo nella frazione Castelvecchio caddero due metri di neve), ma diverse erano le condizioni antropologiche, diversa la lettura simbolica di quell'eccezionale evento climatico, che cadendo in piena Guerra Fredda, preannunciò il disgelo delle relazioni internazionali con il XX Congresso del PCUS e con la visita di Kruschev negli Stati Uniti, echeggiato in certe simpatiche battute nei film di Peppone e don Camillo.
Ma se nel 1956 ad Imperia e in Italia si viveva tutto sommato un'atmosfera di confronto un po' goliardico capitalismo-comunismo tra il garbato e il polemico, nel 1985 anche Imperia vivrà nel postmoderno: nel 1956 si era ancora nella stagione del rilancio economico che prenderà il nome di anni del boom, culminati con l'oscar della lira e con lo straordinario successo dei motivi del festival di Sanremo, in particolare quello di mister Volare.
Nel 1985, invece, Imperia e il Bel Paese erano ormai immersi nella galoppante globalizzazione. Quegli anni pure ad Imperia saranno chiamati gli anni "da bere". Non ci fu solo, infatti, una "Milano da bere", ma da noi anche una particolare e brillante "Imperia da bere". E se quel momento irripetibile sarà ricordato pure come la tragica appendice finale degli anni "di piombo", esso resterà tuttavia nella memoria come i ruggenti anni Ottanta.
Ma l'importanza della nevicata del 1985, che imbiancò completamente Imperia e il suo litorale, andrà oltre la contingenza delle mode e degli umori del periodo, perché imbiancò in fondo le ideologie agonizzanti, ormai incapaci di riformarsi, nonostante i tentativi estremi di alcuni dei loro grandi interpreti e protagonisti. Imperia, autentico ombelico del mondo per quel suo porsi come modello trasversale e transnazionale grazie al susseguirsi nella sua storia di popoli e di civiltà, di imperi e di rivoluzioni, vivrà con entusiasmo quella fase di speranze.
Ne risentirà dopo, sfortunatamente, frenando il suo processo ascensionale di città e di capoluogo e smarrendo il senso della sua vocazione civile. La nevicata del 1985, dunque, non va registrata solo come uno straordinario avvenimento naturale, ma come il preavviso di un cambiamento epocale che ha iniziato a segnare il destino di Imperia, un cambiamento tuttora incompiuto. Un cambiamento che rischia tuttavia di arrestarsi di fronte alle sfide drammatiche di un società sempre più pervasa da violenza, superficialità e da una disarmante deriva intellettuale e culturale.