Dopo l’estate, un settembre ancora infuocato con scuole senza condizionatori. Meglio rimandare l’inizio dell’attività scolastica a ottobre come avveniva una volta. Così un preside ha lanciato un’idea, che, per la verità, trova scettici anche gli operatori turistici della Riviera e che riporta il calendario scolastico indietro di cinquant’anni.
In effetti la proposta se ha il carattere del “ballon d’essai” lanciato sulle calme acque della scuola italiana che, in verità tanto calme non sono, nasce logicamente da una realtà indiscutibile.
È inconcepibile, infatti, trattenere una decina o più di ragazzi in un’aula magari rimasta sigillata durante l’estate e, quindi, senza il minimo ricambio d’aria, con temperature facilmente pari o superiori ai 30 gradi. Anche perché le aule, e non è certo il problema più importante della scuola pubblica nazionale, non sono dotate di condizionatori e i ristretti bilanci delle amministrazioni scolastiche non hanno le risorse necessarie per l’acquisto. L’idea atterra anche tra i presidi della nostra provincia. E non sembra riscuotere favori incondizionati.
“Non mi appare come una proposta seria – la bocci senza indugi Paolo Auricchia, dal prossimo settembre dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Sanremo Ponente. Anzi, mi sembra proprio un’inutile chiacchiera da spiaggia sotto l’ombrellone e niente di più perché avrebbe conseguenza più marcate rispetto alla data del calendario”. Insomma un’idea che sconvolgerebbe tutta una serie di elementi non soltanto didattici.
“Dal 1977 la scuola inizia a settembre – precisa Mara Ferrero, preside del Liceo Cassini a Sanremo – E adesso si vorrebbe rivoluzionare tutto con un’operazione che richiede interventi ragionati, tempi lunghi e soprattutto modifiche alla programmazione: non mi sembra sia e possa essere la soluzione dei problemi della scuola”.
Un’altra bocciatura senza appello da chi certamente ha titolo di esprimere parei qualificati.
E, ovviamente, la compagnia è ampia. “Non è sufficiente abbandonare il calendario settembrino – il parere di Luca Ronco, preside dell’Istituto Ruffini di Imperia – Non si può continuare, come avviene da tanti, troppi decenni, a parametrare l’attività didattica al calendario del grano, della mietitura, è roba dello scorso secolo: cambiare data significa causare disagio anche alle famiglie e modificare tutta la programmazione, senza alcun vantaggio”.
Non ci sono giudizi positivi, dunque, soltanto pareri “logisticamente” distanti. “Non avverto i problemi meteo con temperature infuocate – precisa Serena Carelli, preside del Comprensivo di Pieve di Teco – Qui, nel centro della Valle Arroscia, non dobbiamo subire il caldo come sulla costa e, quindi, oltre al fatto che la proposta mi appare veramente estemporanea, gli alunni pievesi non dovranno patire l’afa neppure a settembre”.