“È dall’’82 che sono qua, sono invecchiato in questo porto, vederlo in queste condizioni fa male”, Lello Guglielmi, Impresa Portuale Lodovico Maresca, è l’ultimo a essere salito e ad aver lavorato con le storiche gru, il simbolo di calata Cuneo. Questa mattina da quelle gru, sotto l’insegna della Compagnia Maresca, si sono dati appuntamento cittadini e lavoratori portuali per difendere il porto commerciale di Oneglia.
La Compagnia ha subito negli anni una netta diminuzione dei propri spazi, ma ha comunque mantenuto la propria operatività. Il porto commerciale di Oneglia lavora, silenzioso, nel cuore della città: “In pochi sanno-prosegue Guglielmi- che qui entrano circa 40 navi all’anno”. A essere trasportato è soprattutto cemento, ma in passato anche olio, fino ai primi anni del duemila, e con il pastificio Agnesi, grano.
L'intervista
Questa mattina, di sfondo al presidio, lavora una nave proveniente da Nizza: “Il mezzo è di proprietà del cementificio francese Vicat -spiega Giovanni Zecchini, console della Compagnia- il cemento viene fatto confluire nei silos, nel rispetto dell’ambiente”. Il porto di Nizza costituisce un esempio di come possano coesistere la natura commerciale con quella turistica, qui, invece, il timore è che la prima possa scomparire del tutto: “Il porto è un una ricchezza, offre posti di lavoro che potrebbero anche essere incrementati, non possiamo sprecarlo”, aggiunge Zecchini. La recente riqualificazione della Banchina Aicardi è stata l'ultima dimostrazione di questa tendenza: "Si asfaltano le banchine per fare le feste comandate e si utilizzano le aree portuali per il Luna Park". E infatti i nuovi spazi sono stati adibiti a manifestazioni ed eventi, da ultimo per la Festa di San Giovanni, mentre l'area dell'avamporto, riqualificata con fondi europei dell'Obiettivo 2, è stata destinata a ospitare il Luna Park.
Poter lavorare, è la richiesta che oggi emerge dal presidio: “Chiediamo al sindaco di essere riconosciuti per quello che siamo, ossia lavoratori portuali in un porto commerciale”, dice Guglielmi. Le possibilità di lavoro non mancherebbero, da ultimo quella di gestire un traffico di auto, poi sfumata: "Il lavoro è stato preso a Genova dove lo hanno definito un polmone per il porto. Sarebbe potuto essere un modo per aumentare la forza lavoro della Compagnia", sottolinea Zecchini. Il rischio è che si sprechino risorse che costituiscono un valore aggiunto per la città: "Vogliamo che il porto torni a essere un punto di riferimento per la regione, insieme a Savona, Genova e La Spezia -conclude Zecchini- E' insensato rinunciare a un porto che funziona e alle sue maestranze".