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Attualità | 20 marzo 2024, 07:11

Rezzo vara il piano anti-lupo, collari elettronici finanziati dalla Fondazione San Paolo

Lo strumento sarà impiegato nella proporzione di uno ogni cinque per bovini ed equini, animali tipicamente poco inclini a rimanere in branco

Rezzo vara il piano anti-lupo, collari elettronici finanziati dalla Fondazione San Paolo

Dopo le promesse per la protezione delle mandrie dai lupi, il sindaco di Rezzo  passa ai fatti. Renato Adorno, infatti, si accinge a presentare la domanda alla Fondazione San Paolo per ottenere il finanziamento necessario all’acquisto dei collari elettronici che  costringono i lupi ad allontanarsi dalle loro prede e di altri strumenti tecnologici per la protezioni di ulivi, viti, aglio e piante officinali dai loro parassiti.

Presenteremo una domanda per la concessione di 300 mila euro – spiega il sindaco e presidente dell’Unione Comuni Valle Arroscia – Con questo contributo, pari all’80 per cento delle spese come massimo corrisposto dalla Fondazione San Paolo, potremo avere le disponibilità finanziarie per acquisire almeno 100 collari per la difesa dai lupi e gli altri strumenti a protezione delle coltivazioni tipiche del territorio ponentino”.

Per quanto riguarda la difesa degli animali da allevamento i collari acquistati saranno posizionati a seconda del loro diverso comportamento. “I collari elettronici – illustra Adorno - saranno usati nella proporzione di uno ogni cinque per bovini ed equini, animali tipicamente poco inclini a rimanere in branco, e di uno ogni dieci per pecore e capre mentre gli altri apparecchi elettronici saranno utili per proteggere dai parassiti le coltivazioni più tipiche del ponente ligure”.

La tecnologia più sofisticata, insomma, sarà utilizzata positivamente per l’allevamento e l’agricoltura. “Lo strumento a difesa dai lupi –  racconta ancora il funzionamento Adorno - controlla i parametri vitali delle greggi e, in base alla loro alterazione, lancia uno segnale ultrasonico intollerabile per i lupi che li costringe ad allontanarsi dalle loro prede”.

Il collare da appendere al collo dei bovini, delle pecore e delle capre, infatti, registra il battito cardiaco, il ritmo del respiro e il flusso sanguigno della bestia ospite e, non appena i dati certificano uno stato di stress, emette ultrasuoni insopportabili per i lupi, costretti ad abbandonare la caccia. “Si tratta di un valido elemento di difesa degli allevamenti già sperimentato positivamente” prosegue il sindaco-presidente Adorno.

Rimane sempre da spiegare il comportamento dei lupi che, nei tempi passati, non era così aggressivo e negativo per l’economia e gli allevatori. “La responsabilità è sempre per lo stesso animale a due gambe – contesta il sindaco – .L’uomo ha alterato l’equilibrio della natura, ha sconvolto il territorio così le bestie selvatiche, con mancanza di alimentazione, si sono spostate a valle mentre il lupo, senza predatori e senza prede, le ha seguite. E, per fortuna, non si sono ancora verificate aggressioni agli umani”.

Ino Gazo

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