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Economia | 31 agosto 2021, 07:00

Costante Girardengo: il primo campione

Protagonista assoluto di questo periodo "magico" per la storia del ciclismo, seppur ancora in bianco e nero come si può evincere dalle fotografie di quegli anni, è stato certamente il piemontese Costante Girardengo.

Costante Girardengo: il primo campione

Come tutti ben sanno, quando si parla di italiani e sport, il primo pensiero corre sicuramente verso il calcio, ma sarebbe riduttivo.

Il nostro Paese è famoso per molte altre discipline sportive, lo dimostrano anche le quaranta medaglie portate a casa dopo le Olimpiadi di Tokyo 2020, e fra queste c'è sicuramente il ciclismo. Un appuntamento quello dei corridori in gara per la Maglia Rosa, e non solo quella, che appassiona da anni intere generazioni.

Nomi altisonanti come la coppia Bartali e Coppi oppure il compianto Marco Pantani, detto più comunemente “Il pirata” scomparso nel 2004, sono solo alcuni di questi (qui potrete leggere l'articolo in maniera più approfondita). Degli eroi della due ruote che sono stati celebrati un'infinità di volte e che continuano ancora al giorno d'oggi grazie alle uscite degli speciali in edicola oppure agli svariati documentari.

Ma cerchiamo di andare un pochino più indietro nel tempo e portiamo le lancette dei nostri orologi ai primi anni del Novecento quando non c'era ancora la televisione e ci si poteva informare sulle maggiori gesta sportive solo tramite i giornali, la radio oppure la testimonianza diretta dell'evento ciclistico.

Protagonista assoluto di questo periodo “magico” per la storia del ciclismo, seppur ancora in bianco e nero come si può evincere dalle fotografie di quegli anni, è stato certamente il piemontese Costante Girardengo.

Costantino Girardengo, detto Costante, nacque a Novi Ligure il 18 marzo del 1893 e morì a Cassano Spinola il 9 febbraio del 1978 dopo anni di “onorato servizio” sulla sella della sua bicicletta, sia su strada che su pista, e come allenatore.

Diventato in pochissimi anni uno dei protagonisti iconici del ciclismo italiano, Girardengo si ritirò ufficialmente dall'attività agonistica nel maggio del 1936 per quello che per lui fu il suo ultimo Giro d'Italia (tra l'altro vinto dal già citato Gino Bartali). Ma naturalmente, in quasi 30 anni di carriera sportiva, il ciclista piemontese potette registrare un autentico record.

Pensate che, su 289 corse disputate, ne vinse ben 131 mentre il numero di quelle fatte su pista sfiora i 1.000 (per la precisione 965). Un risultato che, se teniamo conto che correva praticamente dai primi anni del Novecento, suscita comunque ancora una certa impressione grazie alla sua dedizione ed alla sua tenacia.

Oltre ai grandi trionfi come ciclista e come tecnico, però, il nome di Costante Girardengo può comunque venire “accomunato” a quello del bandito e compaesano Sante Pollastri (detto “Pollastro”) che si macchiò di rapine ed omicidi in nome della causa anarchica.

I due piemontesi erano infatti amici d'infanzia e correvano spesso in bicicletta assieme nonostante la differenza di età. Tale amicizia è ben documentata nella celeberrima canzone di Francesco De Gregori “Il bandito e il campione”, scritta dal fratello Luigi Grechi, e contenuta nell'omonimo disco dal vivo del 1993.

Da tale canzone venne poi realizzata, nel 2010, una miniserie della Rai intitolata “La leggenda del bandito e del campione” con protagonisti Beppe Fiorello e Simone Gandolfo. “Vai Girardengo, vai grande campione, nessuno ti segue su quello stradone. Vai Girardengo, non si vede più Sante, è dietro a quella curva, è sempre più distante”.

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