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| 14 giugno 2021, 13:53

Ventimiglia: femminicidio di ieri alle Gianchette, Rosa Multari allo Stato "Non lasciatele in mano a questi assassini"

“Bisogna proteggere chi denuncia individuare queste persone e non lasciarle libere, come nel caso di mia figlia. Malgrado le telefonate registrate e tutte le denunce che abbiamo presentato, non è servito a niente e le donne vengono uccise come galline".

Ventimiglia: femminicidio di ieri alle Gianchette, Rosa Multari allo Stato "Non lasciatele in mano a questi assassini"

"Tante persone ancora oggi dicono, che è stato grazie a mia figlia, che è nata la legge sullo stalking. Ma così com'è questa legge non serve a niente: è inutile allontanare la persona nel raggio di trecento o cinquecento metri”.

Lo ha detto all’Ansa Rosa Multari, mamma di Antonella, la 33enne di Ventimiglia uccisa il 10 agosto 2007 a Sanremo da Luca Delfino. “Bisogna proteggere chi denuncia – prosegue - individuare queste persone e non lasciarle libere, come nel caso di mia figlia. Malgrado le telefonate registrate e tutte le denunce che abbiamo presentato, non è servito a niente e le donne vengono uccise come galline".

“Quando ho sentito cosa è successo – termina Rosa Multari - sono rimasta di ghiaccio. Tutti i giorni si sente parlare di donne uccise e se non si prendono seri provvedimenti, continueranno a morire come formiche. Se si è tolto la vita posso dire che lo ha fatto troppo tardi. Tutelate le donne che denunciano, non lasciatele in balia di sé stesse e di chi le vuole ammazzare. Quando andavamo a denunciare, rispondevano di stare tranquille, perché sapevano fare il proprio lavoro e che a Delfino tenevano il fiato sul collo, quando invece era Delfino che aveva il fiato sul collo di mia figlia”.

Rosa Multari, nell’intervista rilascia all’Ansa, termina con ujn messaggio a tutte quelle donne vittime di minacce e violenza: "In questo caso mi rivolgo allo Stato: devono essere tutelate, non lasciatele in mano a questi assassini. Ci sono tante donne che soffrono senza parlare e senza chiedere aiuto, chi per paura e chi per vergogna".

Redazione

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