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Attualità | 20 marzo 2020, 12:31

Emergenza Coronavirus: il Vescovo Suetta "Nessun religioso per ora contagiato". Il messaggio ai fedeli (Video)

Ha anche sottolineato di aver chiesto al Cappellano dell’ospedale di Sanremo, dove sono ricoverati i malati di Coronavirus, di impartire ogni l’assoluzione generale a tutti coloro che sono in pericolo di vita, affinchè ognuno possa morire con la grazia e con l’aiuto di questo sacramento.

Emergenza Coronavirus: il Vescovo Suetta "Nessun religioso per ora contagiato". Il messaggio ai fedeli (Video)

Il Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo interviene oggi dalle pagine del nostro giornale con il suo messaggio di speranza per tutti i fedeli della Diocesi e del mondo intero, in questo difficile momento.

Mons. Antonio Suetta, anche lui collegato con noi in via telematica, nel massimo rispetto delle disposizioni ministeriali, ha confermato che, al momento, nessuno dei religiosi della sua Diocesi ha contratto il Covid-19. Ha anche sottolineato di aver chiesto al Cappellano dell’ospedale di Sanremo, dove sono ricoverati i malati di Coronavirus, di impartire ogni l’assoluzione generale a tutti coloro che sono in pericolo di vita, affinchè ognuno possa morire con la grazia e con l’aiuto di questo sacramento.

Al Vescovo Suetta abbiamo chiesto di analizzare il terribile momento che sta vivendo l’intera umanità: “E’ un momento drammatico per tante ragioni e, innanzi tutto, per la virulenza della malattia e le sue tristissime conseguenze. Ma anche per la dimensione globale che sta coinvolgendo tutto il pianeta. Stiamo affrontando il momento sulle due principali coordinate che le appartengono: la fede e l’umanità che viaggiano parallele. La fede è una luce ulteriore e profonda per leggere in profondità ed autenticità tutta l’umanità. Abbiamo bisogno di vicinanza, cura, consolazione, compagnia e speranza ma anche di una riflessione importante”.

Come cambierà il mondo quando finirà questa emergenza, secondo Lei? “Difficile immaginare gli scenari ma abbiamo già tanti segnali che ci fanno pensare. Da quello, purtroppo, più facile da pensare ovvero il tracollo economico e di conseguenza sociale a cui andiamo incontro. Ma ci sono anche molti altri aspetti che, sicuramente dalla riflessione di cui dicevo, dovranno cambiare in modo generico la ‘concezione del mondo’. Quella che abbiamo oggi è condizionata ed organizzata dal fenomeno della globalizzazione che sembra aver travolto e modificato tutto. Chiaramente dentro il fenomeno, come spesso diciamo, ci sono anche tante buone opportunità di incontro, comunicazione, scambio e condivisione a livello di concezione dell’umanità e solidarietà. Questo fenomeno ha i suoi lati deboli, le sue carenze e le sue trappole. Oggi lo vediamo dal punto di vista della patologia, con la ricaduta immediata dei limiti, dei guai e dei disastri dell’intero pianeta. Ed ha una ricaduta negativamente importante sulle persone: se da una parte il mondo globalizzato può restituirci l’idea di una grande famiglia, fa anche nascere episodi di triste individualismo. Molti strumenti della globalizzazione, come social e gestione economica e finanziaria, da una parte sembrano moltiplicare le risorse e le occasioni, però hanno anche il triste effetto di ricaduta, ovvero di richiudere le persone in se stesse. L’individualismo può essere pericoloso perché se una persona non sa riconoscersi e collocarsi nel suo destino ed orizzonte della vita può essere attrezzata ma costretta e vivere male”.

Secondo le notizie a sua disposizione nessun sacerdote o religioso della nostra Diocesi ha contratto il Covd-19? “Che io sappia e spero che le informazioni siano corrette ad oggi non abbiamo nessun religioso della nostra Diocesi che abbia contratto il virus e, di questo ringrazio il Signore. Purtroppo, in Italia e nel Mondo ci sono già molti religiosi che, invece, sono morti”.

Qual è il messaggio che vuole mandare in questo difficile momento ai fedeli ed ai suoi diocesani: “Il messaggio è quello della speranza e delle fiducia che si alimenta nella preghiera. Noi ogni giorno celebriamo la Santa Messa, da soli in ossequio alle disposizioni delle autorità, ma lo facciamo per tutti i nostri fedeli. Di fronte alla tristezza per cui i malati di Coronavirus muoiono da soli, ho chiesto al Cappellano dell’ospedale che ogni giorno impartisca l’assoluzione generale a tutti coloro che sono in pericolo di vita. Questo perché ognuno possa morire con la grazia e con l’aiuto di questo sacramento, sentendo spiritualmente la Chiesa che prega per lui e per tutti. Invito tutti i fedeli ad intensificare la preghiera perché allo slogan che condivido #andratuttobene, bisogna aggiungere sempre ‘con l’aiuto di Dio’. Noi lo imploriamo e lo preghiamo per la guarigione e la protezione di tutti. Lo facciamo anche per le autorità, i medici e tutti gli operatori sanitari, affinchè possano fare la loro parte. Quello che ognuno di noi può fare, oltre a stare a casa per evitare il pericolo del contagio, è pregare. Per farci sentire in comunione tra noi e che ci consenta di scambiarci il grande dono della fede che abbiamo”.

Carlo Alessi

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