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Economia | 12 luglio 2019, 07:00

Quali lezioni possiamo imparare dalla legalizzazione della cannabis negli USA?

Analizziamo i dati sul consumo di cannabis negli States.

Quali lezioni possiamo imparare dalla legalizzazione della cannabis negli USA?

Gli stati del Colorado e di Washington DC hanno legalizzato la marijuana nel 2012, seguite poi da Alaska e Oregon nel 2014. Il Distretto di Columbia in cui ha sede proprio la città presidenziale ha tra l’altro legalizzato la coltivazione e il possesso nell’anno 2014. Questi riconoscimenti sono serviti da imput per tanti altri stati occidentali, tanto che oggi la cannabis sta facendo passi da gigante verso la completa via della legalizzazione Italia compresa.

I pro e i contro della cannabis negli USA

La cannabis altamente potente ossia con un alto contenuto di THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) presente oggi sul mercato americano rappresenta una minaccia crescente e significativa per la salute e la sicurezza pubblica, e che si è amplificata da una nuova industria della marijuana intenta a trarre profitto da un uso intensivo.

Premesso ciò, va altresì aggiunto che le leggi statali americane ne consentono l’uso ponendosi in diretta contraddizione con quella federale, e che di conseguenza hanno permesso a questo settore di prosperare, influenzando sia le politiche commerciali che i governatori.

Sebbene le conseguenze di queste politiche non saranno note per decenni, i primi indicatori sono preoccupanti. Questo rapporto infatti, esaminato da eminenti scienziati e ricercatori, funge da guida basata sull'evidenza di ciò che attualmente osserviamo ossia che in vari stati parallelamente alla cannabis light (CBD), prospera (illegalmente) quella con un alto contenuto di THC.

I dati sul consumo di cannabis negli States

I dati del NSDUH ossia l’ente statistico americano su droghe e salute, hanno evidenziato il tasso medio di consumo regolare di marijuana da parte degli adolescenti negli stati dove la sostanza è legalizzata ossia in Alaska, Colorado, Oregon e Washington è del 30% superiore al tasso degli Stati Uniti nel suo complesso. 

Ovviamente, in questi luoghi, non tutte le tipologie di cannabis sono al momento ammesse; infatti, gli amanti di sapori forti come per esempio la molto amata amnesia haze, potrebbero non essere trovate.

Quasi un terzo di tutti i giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni negli stati legali ha usato marijuana nell'ultimo mese, rispetto a circa un quinto di 10 anni fa. Il Colorado inoltre detiene attualmente la prima posizione per il consumo di marijuana tra i giovani, rappresentando un aumento del 65% negli anni dalla legalizzazione come si evince dal rapporto della suddetta NSDUH datato 2006-2017.

Gli allarmanti rapporti tossicologici dagli USA

I rapporti di tossicologia del Colorado analizzati a fondo da autorevoli centri preposti alla tutela della salute e all’uso di sostanze dopanti, mostrano che la percentuale di adolescenti vittime di suicidio e che risultano positivi alla marijuana del tipo THC è aumentata a dismisura.

Gli arresti di giovani afroamericani e ispanici sono infatti aumentati a dismisura generando non poche preoccupazioni nello stato in termini di sicurezza e nei genitori che temono per l’incolumità dei loro figli. Per fare alcuni esempi in merito nelle scuole del Colorado che avevano il 25% o meno di giovani di colore ci sono state ben 313 sospensioni legate all’uso illegale della marijuana.

Le leggi italiane sul consumo di CBD

Quanto accade oggi (di negativo) negli Usa a seguito della legalizzazione della cannabis da parte di alcuni stati, serve da lezione in Italia. Nel nostro paese infatti la cannabis e nello specifico il CBD (cannabidiolo) è tecnicamente legale e ciò significa che è diventato molto popolare (e più facile) comprarla.

Tuttavia al momento problemi di ordine pubblico come in America non esistono; infatti, quando si parla di cannabis legale in Italia si intende esclusivamente quella light da usare per scopi medici o per lo svapo.

Tale concessione è tra l’altro la conseguenza di una legge approvata nel dicembre 2016 con lo scopo di aiutare a sostenere i coltivatori di canapa industriale. La fibra di canapa ha infatti molti usi e l'Italia un tempo ne era uno dei principali produttori del raccolto. La cannabis light commercializzata ha un contenuto di THC dello 0,5% o inferiore, quindi può essere legalmente venduta poiché la coltivazione è considerata alla pari della suddetta canapa industriale.

Richy Garino

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