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Attualità | 06 ottobre 2018, 09:31

Confartigianato: 12 mila apprendisti nelle piccole imprese liguri a fine luglio 2018

"Affiancando formazione e lavoro, l'apprendistato ha un valore fondamentale dell'andamento dell'occupazione giovanile e nella ripresa del mercato del lavoro"

Confartigianato: 12 mila apprendisti nelle piccole imprese liguri a fine luglio 2018

Oltre 12 mila apprendisti nell'artigianato ligure 2017 “anno dell'apprendistato”, con assunzioni aumentate del 19,4% nella nostra regione. A fine luglio 2018 si contano oltre 12 mila apprendisti nelle piccole imprese liguri. Grasso (Confartigianato): «Formula da incentivare: con l'assistenza passiva e il mero potenziamento dei centri per l’impiego non si contrasta la disoccupazione»

A fine luglio 2018 in Liguria si contano 12.050 apprendisti
nell'artigianato. Di questi, secondo gli ultimi dati diffusi dall'Ufficio
studi Confartigianato (fonti Inps), 6.589 lavorano nelle micro e piccole
imprese genovesi, mentre 1.990 sono impiegati a Imperia. 1.741 lavorano a
Savona e 1.730 alla Spezia. Numeri che fanno seguito a un ottimo trend di
crescita registrato dalla nostra regione nel corso del 2017, con un
aumento delle assunzioni con contratto di apprendistato pari al 19,4%: non
a caso il 2017 è stato definito da Confartigianato “l'anno
dell'apprendistato”, con ben 273 mila assunzioni in tutta Italia, il 20%
in più rispetto al 2016.

«Affiancando formazione e lavoro, l'apprendistato ha un valore
fondamentale dell'andamento dell'occupazione giovanile e nella ripresa del
mercato del lavoro: per questo lo riteniamo uno strumento da incentivare e
da sostenere – commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato
Liguria – Per contrastare la disoccupazione, i dati ci confermano che,
superato il doping del Jobs act, si deve investire sul vero lavoro e sulle
microimprese, creando le condizioni per il loro sviluppo e la loro
crescita. Ogni strada diversa, che preveda forme passive assistenziali o
il mero potenziamento dei centri per l’impiego, la cui azione risulta
marginale e scarsamente efficace, sarà destinata a essere fallimentare per
l’occupazione».

I dati lo confermano: la rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat
evidenzia che nel 2017 le persone occupate che non lo erano nell’anno
precedente hanno maggiormente utilizzato come canale di ricerca il
contatto con amici e parenti (40,7%), seguito dal contatto diretto con il
datore di lavoro (17,4%). Il ricorso al centro per l’impiego viene
ritenuto utile solamente dal 2,4%. Anche l’utilizzo dei Cpi da parte delle
imprese per le assunzioni risulta marginale: solo l’1,5% li ha sfruttati
per la ricerca e le selezione del personale. Secondo il monitoraggio di
Anpal (2018), sono 2.849.086 i contatti con i Centri per l’impiego
italiani negli ultimi 12 mesi, con un rapporto di 359 contatti per
operatore.

c.s.

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