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Politica | 29 agosto 2018, 21:38

Imperia: servizio rifiuti, il Consiglio annulla l'affidamento in house votato dall'amministrazione Capacci. Opposizione all'attacco. "Perché abbandoniamo questa strada?"

“Sindaco, perché abbandonare la strada della società in house, presa dalla precedente amministrazione e promessa da lei in campagna elettorale?”. Lo chiede a Claudio Scajola il Consigliere Comunale del Pd Fabrizio Risso

Imperia: servizio rifiuti, il Consiglio annulla l'affidamento in house votato dall'amministrazione Capacci. Opposizione all'attacco. "Perché abbandoniamo questa strada?"

Sindaco, perché abbandonare la strada della società in house, presa dalla precedente amministrazione e promessa da lei in campagna elettorale?”. Lo chiede a Claudio Scajola il Consigliere Comunale del Pd Fabrizio Risso nel corso della discussione in Consiglio che prevede l’annullamento dell’indirizzo tracciato dalla precedente amministrazione, di cui faceva parte il Partito Democratico, che esprimeva l’assessorato all’ambiente. La precedente amministrazione aveva infatti portato in Consiglio Comunale una delibera di indirizzo per la creazione del servizio rifiuti in house. La pratica era stata votata all’unanimità, a eccezione dell’allora Consigliere di Imperia Riparte e oggi vice Sindaco Giuseppe Fossati.

Riconosco il decisionismo e l’assunzione di responsabilità che compete a chi è stato chiamato a guidare una città. - ha detto Risso - Chi amministra eredita gli atti e può decidere se portarli avanti o intraprendere una strada diversa. Mi spiace perché in campagna elettorale la sua posizione era una posizione che andava in direzione opposta con quanto dichiara oggi, lei diceva che dopo una breve proroga si sarebbe dovuto andare verso una società pubblica per la tutela dei posti di lavoro e per il rischio di contenziosi e ricorsi.

Oggi mi risulta difficile comprendere un cambio di indirizzo politico non marginale. È vero l’amministrazione Capacci ha iniziato un percorso lungo, non è vero che non è stato fatto nulla, c’era un indirizzo preciso di tutto il consiglio per cercare di gestire il servizio in house. Poi è stato fatto un ragionamento ulteriore, capendo che sarebbe stato difficile creare una società ad hoc, e allora si è pensato di chiedere una valutazione per entrare in una società già esistente”.

Fu individuata Amaie, che, come ha ricordato Risso, aveva fatto pervenire la documentazione necessaria per l’avvio del progetto. “Le ben note vicende della passata amministrazione hanno fatto sì che il servizio non partisse".

Anche il Consigliere di Imperia di Tutti Imperia per Tutti Roberto Saluzzo ha ricordato al Sindaco il cambio di rotta rispetto a quanto dichiarato in campagna elettorale. “Noi siamo sempre a favore del servizio in house e contro la gestione privata. Abbiamo votato a favore delle delibere che il sindaco ha definito inutili. Noi non abbiamo cambiato idea come invece ha fatto l’amministrazione che aveva annunciato un servizio in house. Il nocciolo della questione è che il capitolato di gara è bloccato, può partecipare anche una società pubblica ma non si può modificare, cosa che può farsi se la gestione è pubblica”.

Critiche anche da Progetto Imperia, Lega e MoVimento 5 Stelle, la cui Consigliera, Maria Nella Ponte, ha annunciato di aver inviato una pec all’Anac, per chiedere un parere sull’ordinanza del Sindaco per la gestione del servizio rifiuti. Anche il capogruppo di Forza Imperia Antonello Ranise ha espresso perplessità sull'affidamento del servizio a un privato. "Ci sono servizi, come quello idrico, le mense scolastiche e quello rifiuti che devono essere pubblici, perché il Comune ha una gestione duttile rispetto a un privato", ha detto Ranise.

Scajola, che sull’argomento ha annunciato di aver ricevuto due pareri legali, difende la propria scelta, chiarendo che l’ordinanza prevede un impegno di spesa inferiore a quella che sarebbe stata la gestione affidata ad Amaie.

Nella replica, Scajola ha negato di aver parlato del tipo di gestione in campagna elettorale, ma che sul tema si era espresso il comitato per la sua elezione. "Io non avevo una conoscenza diretta della materia, e di fronte a una scadenza della proroga avevo due scelte: o proseguire l'ordinanza, oppure, non essendo convinto, mi sono trovato l'ipotesi di ordinanza sul mio tavolo, c'è rimasta parecchio tempo perché non ne ero convinto. Sesto senso? Non so, ma il Tar alcuni giorni dopo ha sentenziato che l'obiettivo del 65% era impedito e a ciò non vi è stato tentativo di rimedio da parte della vecchia amministrazione. Teknoservice non l'ho scelta io, l'ho trovata, e le sentenze che sono uscite, e ne sono uscite due, non danno colpa a noi, ma al Comune. Non si poteva fare una nuova ordinanza perché le ordinanze erano illegittime. Sarà un caso che le vecchie ordinanze non erano state siglate dal segretario generale e dal dirigente? Con la nuova ordinanza, siglata dal segretario generale, perché abbiamo aggiunto la parte relativa al porta a porta, prevede che le penali saranno a carico di Teknoservice".

Sull'ipotesi del passaggio ad Amaie, Scajola ha chiarito: "Ho incontrato due volte la società. Amaie avrebbe dovuto tirare fuori 1 milione 300mila per le attrezzature". 
Allacciandosi al discorso su Amaie, il primo cittadino ha fatto alcune considerazioni sulla gestione dei servizi pubblica facendo l'esempio di Rivieracqua che "Ha accumulato 6 milioni di debiti, non gestisce i servizi, non garantisce la rete e non gestisce il depuratore". Scajola nei giorni scorsi ha inviato a Rivieracqua una lettera di diffida proprio sulla questione del depuratore.

La pratica che prevede l’annullamento della delibera della precedente amministrazione, è stata approvata grazie ai voti della maggioranza. La votazione non è avvenuta a chiamata, come richiesto dal Consigliere di Progetto Imperia Luca Lanteri, ma ad alzata di mano, come di consueto.

Favorevoli diciannove consiglieri, contrari dieci.

Francesco Li Noce

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