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| 27 novembre 2017, 11:17

Imperia: serie di testimoni oggi per il processo che vuole far luce sulla morte di Matteo Maragliotti

Il Giudice ha aggiornato il processo alle 15 dell’8 gennaio prossimo.

Imperia: serie di testimoni oggi per il processo che vuole far luce sulla morte di Matteo Maragliotti

Nuova udienza, questa mattina in Tribunale ad Imperia, per il processo che mira a far luce sulla morte di Matteo Maragliotti, il giovane di Pontedassio morto nel gennaio 2013 per un ascesso cerebrale da sinusite. Unica imputata è il medico di famiglia, la dottoressa Roberta Thomatis.

In aula, davanti al giudice Massimiliano Botti, è stato chiamato un testimone della famiglia Maragliotti, che ha descritto i momenti precedenti al ricovero in pronto soccorso di Matteo. Quindi, per la difesa hanno testimoniato i medici del Pronto Soccorso: Sebastiano Fichera, Luca Acquarona, Sandra Anfosso (neurologa) e Giovanni Amoretti. Tutti hanno descritto i momenti del ricovero, cercando di ricostruire quanto è stato fatto in occasione dell’anamnesi e sulla sintomatologia del giovane. Presenti in aula anche i genitori di Matteo, Franco Maragliotti e Sabrina Bonfadelli, che vennero interrogati nella precedente udienza e che avevano ricostruito gli ultimi giorni di vita del loro figlio, un ballerino di hip hop.

La storia di Matteo è tristemente nota: era forte la passione per la danza e poco dopo il comparire dei primi sintomi, Matteo si era recato a Riccione, dove annualmente si tiene una gara di ballo. Il 6 dicembre 2012, la madre di Matteo aveva chiesto alla dottoressa Thomatis un certificato medico, in quanto doveva sostenere la gara di ballo a Riccione: “Mia moglie – aveva detto nella precedente udienza Franco Maragliotti durante l’interrogatorio - aveva riferito che nostro figlio accusava stanchezza e aveva una forte alitosi. La dottoressa, dopo averlo visitato ha stabilito che fosse in buone condizioni e gli ha rilasciato il certificato medico. Così Matteo si è recato a Riccione, ma da lì ha telefonato alla madre lamentando un forte mal di testa. Sabrina gli ha così consigliato di prendere un medicinale, un Oki. Quando è tornato da Riccione lo ha portato di nuovo dalla dottoressa che, dopo averlo visitato gli ha diagnosticato una forte sinusite e prescritto alcune medicine, tra cui un antibiotico. Matteo però non migliorava. Continuava ad avere mal di testa e nel frattempo era salita la febbre. Pochi giorni dopo la dottoressa decide di cambiare antibiotico, ma a parte un leggero abbassamento della temperatura corporea, non vi erano altri miglioramenti”.

“La dottoressa mi aveva consigliato di far vedere Matteo al pronto soccorso – aveva proseguito Franco Maragliotti  perché sospettava una polmonite silente. Matteo è stato visitato immediatamente dal dottor Fichera, perché la dottoressa gli aveva annunciato il nostro arrivo. Ha detto che avrebbe potuto far male a Matteo e che oltretutto sarebbe stata inutile. Terminata la visita, la diagnosi era una sospetta mononucleosi. Il medico ha così sospeso l’antibiotico, prescrivendo a Matteo gli esami del sangue. Ricordo che mi dissero che ci volevano alcuni giorni per i risultati, così chiamai la dottoressa, che conoscevo da anni e con cui ci davamo del tu. Il giorno dopo lei mi mandò un sms comunicandomi l’esito positivo dell’esame, confermando di eliminare l’antibiotico e prescrivendo solo riposo”.

Passano alcuni giorni e Franco e Sabrina si accorgono di un nuovo sintomo: “Ricordo di essere tornato a casa dal lavoro. Sabrina mi aveva avvisato di un problema all’occhio di Matteo e quando lo vedo mi rendo conto che aveva l’occhio sinistro molto sporgente. Faceva impressione, aveva il bulbo rivolto verso il basso. Preso dal panico ho telefonato di nuovo alla dottoressa annunciandole che avrebbe portato il figlio al Gaslini di Genova. Lei mi rispose ‘Sei pazzo? Con questo freddo’. Così mi fidai del parere del mio medico e lasciai Matteo riposare. Il giorno dopo, il 18 gennaio l’occhio era più sgonfio e così telefonai alla dottoressa per comunicarglielo, sollevato”.

Come è emerso nel corso degli esami dei due testi, dopo le prime visite e il ricovero al pronto soccorso, Matteo è stato seguito unicamente al telefono dalla dottoressa. Franco e Sabrina hanno riferito di essersi fidati del loro medico, anche se lo stesso padre ha ammesso che più volte, non solo in occasione dell’occhio gonfio, ha auspicato di portare il figlio in ospedale. Il dramma si è consumato il giorno seguente, il 19 gennaio 2013: “E’ crollato davanti ai miei occhi. Si era alzato per andare in bagno e all’improvviso ha perso i sensi ed è caduto”. Disperato, Franco ha portato Matteo in ospedale e ha avvisato la moglie che si trovava a lavoro. Arrivato in ospedale, i medici hanno subito compreso la gravità della situazione e hanno trasferito Matteo in ambulanza presso il reparto antiinfettivi di Sanremo. “Voglio sottolineare che nessuno mi ha detto che mio figlio stava rischiando la vita”, ha raccontato Franco.

Il Giudice ha aggiornato il processo alle 15 dell’8 gennaio prossimo.

Andrea Gavi

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