Il consiglio comunale ieri sera ha approvato gli indirizzi per il completamento del porto turistico, da trasmettere a Marina di Imperia, titolare della concessione demaniale sessantacinquennale, che dovrà ora indire le gare tra i privati. Il via libera è arrivato nonostante la richiesta delle opposizioni di rinviare la pratica "per mancanza di informazioni" su contenuti, ricadute economiche e sostenibilità dell’operazione.
Assente dall’aula per un grave lutto familiare, il consigliere comunale del Partito Democratico Ivan Bracco ha comunque formalizzato la propria posizione, presentando un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Genova, accendendo i riflettori sulla concessione e sul Piano economico finanziario (PEF) che ne costituisce la base.
Secondo Bracco, il nodo centrale riguarda il progetto di vendere 199 posti barca con uno sconto del 50% agli ex concessionari decaduti, un’operazione che potrebbe configurare un grave danno alle casse pubbliche. Il PEF, presentato nel marzo 2023 dalla partecipata Go Imperia (oggi Marina di Imperia), modificato nell’aprile 2024 e validato nel luglio 2025 da un consulente tecnico che ha dichiarato di non aver verificato la veridicità complessiva dei dati, è stato utilizzato dal Comune per rilasciare la concessione il 1° settembre 2025. Solo successivamente, l’11 settembre, il sindaco ha chiesto un parere alla Corte dei Conti, che il 22 ottobre ha invitato a "valutare eventuali agevolazioni con estrema prudenza, nel rispetto dei principi di imparzialità, parità di trattamento e tutela dell’erario". "Quel parere – sostiene Ivan Bracco – arriva dopo il rilascio della concessione e mette seriamente in dubbio la sostenibilità dell’operazione". I conti, secondo il consigliere PD, parlano chiaro: la vendita scontata dei 199 posti barca garantirebbe circa 16 milioni di euro, mentre a prezzo pieno l’introito sarebbe quasi il doppio.
Nel frattempo, il Consiglio ha approvato gli indirizzi operativi che definiscono la suddivisione del porto in lotti affidabili anche separatamente tramite subconcessioni. Il lotto sub A comprende banchine, specchio acqueo e aree a terra destinate a strutture alberghiere e residenziali, considerate attività non di servizio pubblico e, quindi, affidabili a soggetti privati. Per rendere l’operazione appetibile è prevista anche l’assegnazione di un numero limitato di posti barca, ritenuti indispensabili per attrarre investimenti di qualità. Il lotto sub B riguarda la cantieristica: il Comune darà mandato a Marina di Imperia di avviare il completamento del porto, con la possibilità di assegnare le aree sia agli operatori già presenti sia a nuovi soggetti, a fronte di manifestazioni di interesse già pervenute, tra le quali quelli dell Holding "Amico" di Genova. Il lotto sub C, destinato ad usi artigianali, non andrà a gara: un capannone sarà acquistato dalla Provincia per l’Istituto Nautico, un altro verrà assegnato a Vele d’Epoca tramite Assonautica. Andrà invece a gara il lotto sub D, relativo al locale di pubblico spettacolo sotto la Rosa dei Venti, così come il lotto sub E, che riguarda il distributore di carburanti.
Durante il Consiglio comunale del 3 dicembre, un’interpellanza di Bracco aveva già fatto emergere elementi nuovi: il vicesindaco Giuseppe Fossati aveva chiarito che i posti barca interessati dalla vendita sono 199 e non 410, mentre il sindaco aveva ammesso che "non si possono fare sconti, il prezzo deve essere uguale per tutti" e che il PEF è stato "formulato e rivisto due volte". Lo stesso primo cittadino ha, inoltre, riconosciuto un cambiamento radicale del mercato, oggi orientato più verso l’affitto dei posti barca che verso l’acquisto, con vendite in forte calo da almeno due anni.
"Queste dichiarazioni – sostiene Ivan Bracco – certificano una modifica sostanziale del PEF sia nei ricavi previsti sia negli equilibri economici complessivi, ma il piano utilizzato per la concessione risale al 2024 e non tiene conto di questo cambiamento". Da qui la richiesta alla Regione Liguria di avviare verifiche sulla regolarità amministrativa del Piano economico finanziario e sulla congruità della durata della concessione, oltre alla richiesta di essere ascoltato formalmente e informato sugli esiti del procedimento. La Procura di Genova è stata informata per valutare eventuali profili di illecito.
"Serve chiarezza – conclude Bracco – perché parliamo di un bene pubblico strategico e di scelte che possono avere conseguenze economiche rilevanti per l’intera collettività".






