I botti, i petardi e i fuochi d'artificio, la notte di Capodanno, saranno consentiti solamente da mezzanotte all'una. Lo ha deciso il sindaco di Imperia Claudio Scajola con un'apposita ordinanza.
Il divieto riguarda tutti gli spazi pubblici e privati dove gli artifici possano avere ricadute su persone o proprietà, in particolare all’interno o in prossimità di comunità per anziani e di aree di ricovero di animali. Il provvedimento è valido dal 31 dicembre 2025 al 1° gennaio 2026, eccetto per la fascia oraria dalle 00:00 all'1, durante la quale i cittadini potranno festeggiare con i tradizionali botti. Il divieto non riguarda gli spettacoli autorizzati di professionisti muniti di licenza e l'utilizzo di artifici pirotecnici di categoria F1 "in quanto caratterizzati da rischio potenziale estremamente basso e livello di rumorosità trascurabile".
L’ordinanza nasce dalla volontà di conciliare la tradizione con la tutela della salute pubblica, degli anziani, dei minori e degli animali, spesso spaventati dai forti rumori. Come spiegano dall’Ente: “L’utilizzo dei suddetti artifici, specie senza adeguate cautele, comporta un oggettivo pericolo per l’integrità fisica di chi li maneggia e dei passanti, accentuato dalla diffusione di assembramenti spontanei e dal lancio di artifici dai balconi e dalle finestre”.
Secondo l’ordinanza, il lancio di petardi e fuochi d’artificio può causare disagio a persone fragili, danni materiali e ambientali, aumentare l’inquinamento acustico e atmosferico. Anche gli animali, domestici o selvatici, possono subire effetti negativi, spaventandosi o perdendo l’orientamento, con possibili rischi per la loro incolumità e la sicurezza stradale. Il mancato rispetto dell’ordinanza costituisce violazione del Codice Penale e comporterà la denuncia all’autorità giudiziaria. La polizia locale e le altre forze dell’ordine saranno incaricate di vigilare sul rispetto del provvedimento.
“Si tratta di una scelta di equilibrio – commenta il sindaco Scajola – per permettere ai cittadini di salutare il nuovo anno senza mettere a rischio le categorie più fragili e il benessere collettivo”.






