Mentre le case si riempivano di luci, tavole imbandite e famiglie riunite, c’è chi il Natale lo ha trascorso lontano dagli affetti, pronto a rispondere a una chiamata, a un’emergenza, a un bisogno improvviso. Sono uomini e donne che lavorano anche il 25 dicembre, spesso nell’ombra, ma senza i quali la nostra sicurezza e il nostro benessere non sarebbero garantiti.
Parliamo delle forze di polizia, dei vigili del fuoco, dei medici e degli infermieri, dei volontari del soccorso senza avere la pretesa di essere esaustivi, che presidiano le strade, gli ospedali e le centrali operative. Professionisti che, anche a Natale, affrontano incidenti, incendi, urgenze sanitarie e situazioni difficili, mettendo al primo posto la vita degli altri.
Ma il Natale di servizio non riguarda solo le grandi emergenze. Riguarda anche chi interviene quando un problema domestico diventa improvvisamente urgente: elettricisti, idraulici, tecnici e operai che rispondono alle chiamate anche nei giorni festivi. È grazie a loro se una casa torna ad avere luce, se una perdita d’acqua viene fermata, se uno scarico ostruito viene liberato evitando disagi peggiori proprio nel giorno di festa.
Sono lavori spesso dati per scontati, ma fondamentali. Dietro ogni intervento c’è una persona che ha rinunciato a un pranzo in famiglia, a un brindisi, a un momento di riposo, per garantire normalità e sicurezza agli altri.
Il Natale è anche questo: solidarietà concreta, responsabilità, senso del dovere. A tutti coloro che lavorano mentre gli altri festeggiano va un grazie sincero, che non dovrebbe limitarsi a un solo giorno all’anno. Perché il loro impegno silenzioso è uno dei regali più preziosi che riceviamo






