Ogni anno, durante le feste, migliaia di anziani restano soli: nelle case di riposo, nelle loro abitazioni o persino tra altre persone. La loro solitudine, spesso silenziosa e invisibile, passa inosservata in un periodo in cui ci indigniamo per tutto ciò che fa rumore, dai botti di Capodanno, agli animali spaventati. Gli anziani soli, al contrario, non disturbano: non lamentano, non reclamano attenzione, e così la loro assenza resta nell’ombra.
Nelle strutture come la Sant’Anna di Imperia, però, le cose sono diverse. Qui, spiega il direttore Andrea Di Pietrantonio, “i nostri nonni sono coccolati tutto l’anno come in una grande famiglia”. Durante le feste, ogni piccolo gesto diventa importante: una visita, un sorriso, un brindisi condiviso. Ogni presenza conta, perché le giornate degli anziani sono lunghe e spesso scandite da ricordi di chi non c’è più, dal peso di assenze e momenti che non tornano.
Non servono miracoli per alleviare questa solitudine: basta attenzione autentica. Una telefonata fatta con calma, una foto stampata, un biglietto scritto a mano, una videochiamata preparata con cura. Anche un gesto semplice, come portare un dolce o passare qualche minuto insieme, può trasformare un momento vuoto in un ricordo prezioso.
La società si misura da come tratta chi non “sta al passo”: gli anziani non sono un fastidio logistico da parcheggiare tra un pranzo e una gita, ma memoria, storia e persone che meritano rispetto e attenzione reale. Alla Sant’Anna, tra panettoni, musica e sorrisi, il Natale diventa così un’occasione di vera festa: non fatta di rumore e luci sfavillanti, ma di presenza, cura e affetto, perché nessuno debba sentirsi solo in giorni che dovrebbero essere di condivisione.






