Riparte dall’interpellanza del consigliere comunale del Partito Democratico Ivan Bracco il nuovo fronte di scontro politico nato dopo la presentazione del bilancio di metà mandato del sindaco Claudio Scajola, tenutasi lo scorso 15 dicembre nella sala del consiglio comunale. Bracco chiede formalmente di sapere "a che titolo i dipendenti comunali e quelli delle società partecipate del Comune di Imperia fossero presenti all’evento: come semplici cittadini o durante l’orario di servizio ?"
Il consigliere dem domanda, inoltre, che, "qualora la partecipazione sia avvenuta in orario di lavoro o in regime di straordinario, venga comunicato l’eventuale ordine di servizio che disponeva la presenza in sala, anche se impartito verbalmente, specificando da quale figura dirigenziale sia eventualmente partito".
Una querelle che aveva scatenato la reazione della maggioranza. "Ho letto con piacere le consuete critiche di una nervosissima maggioranza", replica Bracco, che vede nelle polemiche una strategia ben precisa. "Quando i contenuti di alcune chat, le navette, la Sairo, i velox, l’asilo dei Piani, l’ascensore arrugginito, la cementificazione mascherata sono visibili a tutti – afferma – rimane una sola arma: buttare fumo negli occhi di chi guarda, spostando l’attenzione altrove".
Il consigliere del Pd definisce l’iniziativa del sindaco "l’Atreju de noantri", giudicandola "per proclami e modi oltremodo imbarazzante", e aggiunge: "È chiaro a quali figuranti mi riferissi e le plaudenti comparse si sono manifestate".
Bracco chiarisce, però, di non voler colpire indiscriminatamente i lavoratori. "Mi dolgo se qualcuno è stato indotto a partecipare controvoglia ad un così alto 'momento istituzionale'." Sicuramente non era lui l’oggetto della mia critica", sottolinea, ribadendo che l’interpellanza mira esclusivamente a fare chiarezza su eventuali disposizioni impartite dall’amministrazione.
La chiusura è affidata a un’ultima stoccata ironica alla maggioranza: "Ricambio i sentiti auguri, nella comune attesa del vero Messia. Lui, sono certo, non finanzierebbe con soldi pubblici le migliorie della grotta di Betlemme".






