Negli anni Venti non erano molte le località di mare in Italia che potessero disporre di strutture alberghiere di alto livello. Se si eccettuano Alassio e Sanremo che vantavano tradizioni consolidate e così anche centri come Rapallo ed altri a Levante, la Liguria non presentava alberghi degni di nota. Tuttavia Oneglia era veramente all'avanguardia per la presenza del Grand Hotel nella zona di Borgo Peri, un complesso che si era fatto conoscere persino fuori dei confini patri per la qualità dei servizi, che per il tempi erano delle vere eccellenze.
Il Gran Hotel era particolarmente frequentato dalla clientela inglese e angloindiana, specialmente membri dell' esercito, clientela attratta dalle lusinghiere recensioni che se ne faceva sulla stampa britannica. I sudditi della Corona erano soliti trascorrere lunghi periodi in quell' ambiente tranquillo, ma non monotono(si precisava)a solo due minuti dal paese e dai negozi . Queste erano alcune delle considerazioni che si leggevano nella pubblicità che echeggiava presso i sudditi di S.M. Britannica.
Non solo, mi il direttore dell' Hotel era l'inglese J.A. Spalek che curava i depliant in lingua inglese. Il Grand Hotel, si leggeva nei depliant, era in una buona posizione, vicino al mare, circondata da ulivi, allegra e pittoresca, affacciata su un panorama incomparabile: di lì ci si poteva avventurare in picnic, passeggiate ed escursioni negli antichi e graziosi villaggi dei dintorni, oltre trascorrere momenti di svago e divertimento.
Oneglia era celebrata anche per la sua vicinanza a Sanremo ( a 40 minuti dal paese) e per la possibilità di raggiungere Genova sulla strada provinciale. Le camere dell'albergo erano ampie, ben arredate e dotate di ottime stufe, risultando di conforto per villeggianti. Oneglia era ricordata come parte di quella che gli inglesi chiamavano la Costa Azzurra italiana. Durante la permanenza nell'Hotel, che contava su un ottimo impianto di luce elettrica e di ogni confort; si poteva inoltre godere di saloni di lettura, da ballo, di biliardo, di sale per fumatori e camera oscura. Lezioni di ballo, di lingua inglese, francese e tedesca.
In zona c'era un prete anglicano, un medico, un farmacista e una caserma mista, e non mancavano le scuole private. La cucina era famigliare, ma molto rinomata. Si praticavano sconti per lunghi periodi di permanenza. Dopo la tragedia della prima guerra mondiale si erano perse le speranze di una ripresa turistica e della vita normale; eppure avvenne il miracolo, favorito dalle capacità imprenditoriali di Francesco Calvi e del figlio Carlo, che aveva la gestione dell'Hotel. Ci si augura che Oneglia e con essa, ormai, tutta Imperia possa rivivere a pieno i fasti di un così illustro passato turistico.






