Cronaca - 09 dicembre 2025, 07:47

Bus a idrogeno, maxi richiesta di danni: oltre un milione a carico di 19 tra dirigenti e amministratori Rt

Zarbano, "il rischio è vivere oggi un nuovo caso con le navette PNRR oggi inutilizzate"

Bus a idrogeno, maxi richiesta di danni: oltre un milione a carico di 19 tra dirigenti e amministratori Rt

La Corte dei conti ha chiesto il risarcimento di oltre un milione di euro per il fallimento del progetto dei bus a idrogeno di Riviera Trasporti, chiamando in causa 19 tra dirigenti e amministratori succedutisi dal 2013 a oggi. L’inchiesta condotta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Imperia contesta una gestione caratterizzata da grave negligenza, evidenziata dall’inefficiente utilizzo del finanziamento regionale da 1,94 milioni di euro, dal pagamento del canone alla Fondazione Carige per il diritto di superficie dell’area del distributore di Valle Armea anche dopo la dismissione del servizio, dalla forte svalutazione dei mezzi — passati da un valore complessivo di 3,9 milioni di euro a 740 mila euro nel 2022 — e dalle mancate entrate dovute al ridotto utilizzo dei bus e alla rinuncia all’acquisto di autobus tradizionali che avrebbero potuto potenziare il servizio pubblico.

I mezzi sono entrati in funzione solo a fine 2018, rimanendo in servizio per circa un anno e mezzo, il tempo necessario a rispettare gli impegni del progetto europeo High Vlo City, complessivamente costato oltre 7 milioni di fondi pubblici ed europei. Successivamente tre bus superstiti e la stazione di rifornimento di Valle Armea, a Sanremo, sono stati messi all’asta, sancendo di fatto il definitivo fallimento dell’operazione.

Il danno è stato ripartito tra Sandro Corrado (205.398 euro), Giancarlo Ghinamo (138 mila), Gianfranco Benzo e Roberto Barla (88 mila ciascuno), Enzo Teodoro Amabile (82 mila), Riccardo Giordano, Paola Castelli e Andrea Piana (59 mila), Katia Giordano (54 mila), Federico Fontana (52 mila), Marcello Moraldo e Marina Avegno (42 mila), Pellegrina Marenco (22 mila), John Pasqui, Sara Lercaro e Nicoletta Cristiani (15 mila), Giovanni Barbagallo, Maurizio Temesio e Valentino Zanin (7 mila). Tutti gli interessati potranno presentare controdeduzioni entro il 31 gennaio.

Sul caso è intervenuto Luciano Zarbano, che ha richiamato l’attenzione sulla vicenda delle navette a guida autonoma acquistate dal Comune di Imperia con fondi PNRR, oggi di fatto inermi nel trasporto pubblico locale. Secondo Zarbano i mezzi, acquistati per promuovere una mobilità innovativa e sostenibile, risultano inutilizzati per il mancato completamento della fase sperimentale e per l’assenza delle indispensabili condizioni normative, organizzative e infrastrutturali che ne consentano l’impiego reale. Una situazione che, avverte, ricalca quella dei bus a idrogeno e che, se il progetto non dovesse concretizzarsi, potrebbe configurare un nuovo danno erariale, legato allo spreco di risorse pubbliche o alla perdita dei finanziamenti ottenuti. In quel caso, oltre alle responsabilità tecniche e dirigenziali, potrebbero emergere anche responsabilità politiche di Giunta e Consiglio comunale che hanno approvato l’operazione senza una adeguata pianificazione. Il punto centrale resta capire se al momento dell’investimento esistesse un piano concreto e realistico per l’utilizzo effettivo dei mezzi: perché, sottolinea Zarbano, ogni euro speso senza un reale beneficio per i cittadini rappresenta un danno per l’intera comunità.

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