Attualità - 05 dicembre 2025, 12:39

Pranzo da casa, a Imperia la schiscetta vale un risparmio del 21% dello stipendio

Secondo la ricerca della fintech Bravo si può risparmiare fino a 3.200 euro all’anno

Pranzo da casa, a Imperia la schiscetta vale un risparmio del 21% dello stipendio

Portarsi il pranzo da casa non è solo un’abitudine salutare o pratica, ma può diventare un vero ammortizzatore contro il caro-vita. Secondo l’analisi condotta da Bravo – fintech specializzata nella gestione del debito – nell'Imperiese permette di risparmiare circa il 21 percento dello stipendio lordo mensile, una delle percentuali più alte in Italia. 

Lo studio mette a confronto il costo della pausa pranzo fuori con quello di un pasto cucinato a casa. Un piatto di pasta, una bottiglia d’acqua e un caffè consumati fuori costano in media 16 euro al Nord e 13 euro al Sud, mentre la stessa combinazione preparata a casa richiede appena 1,7 euro. Una differenza che, alla lunga, pesa: il risparmio medio mensile nazionale sfiora infatti 263 euro, che diventano quasi 3.200 euro l’anno.

In questo scenario Imperia si distingue: pur non essendo tra le città dove il risparmio assoluto è più alto, l’incidenza sullo stipendio è tra le più significative del Paese. Solo Vibo Valentia (22,3 percento) e Grosseto (21,5 percento) fanno meglio sul piano relativo.

Le regioni dove si può risparmiare di più sono Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Liguria e Trentino-Alto Adige, con potenziali benefici annui vicini ai 3.500 euro. In fondo alla classifica troviamo invece Puglia, Sicilia, Sardegna, Molise e Abruzzo, attorno ai 2.800 euro.

Le città del Nord – come Milano, Monza-Brianza, Parma, Modena e Bologna – guidano la classifica del risparmio in valore assoluto: qui portarsi la schiscetta può valere fino a 3.630 euro l’anno. Tra le prime 20 città per risparmio assoluto dominano Lombardia (6 città), Emilia-Romagna (4), Piemonte e Veneto (3 ciascuna). Le regioni meridionali sono quasi del tutto assenti nella parte alta della classifica, "complici - spiegano gli analisti - le retribuzioni più basse e i costi inferiori della ristorazione".


 

Sara Balestra

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