Imperia Città - 26 novembre 2025, 12:00

LA STORIA 2/ L'addio all'atletica e allo sport del campione imperiese Davide Re

Un percorso nato 32 anni fa pieno di emozioni, sacrifici

Davide Re

Davide Re

Un percorso nato quasi per gioco alle medie e chiuso a 32 anni, pieno di emozioni, sacrifici, consapevolezza e risultati che all'inizio credevo impossibili, ma che passo dopo passo sono diventati realtà. Davide Re ha deciso di “non correre più”. E lo ha annunciato in un lungo post sui social. “Cosa descrive meglio l’agrodolce malinconia della fine di un viaggio, l’accettazione del tempo vissuto e il bisogno di fermarsi pur sentendo già il richiamo di una nuova strada...se non la storia di questo simpatico Hobbit?”, Davide Re spiega che ”un anno dopo Parigi 2024 ha trovato la forza di mettere la parola “fine” alla mia carriera da atleta professionista”. 

Nel post il campione imperiese parlo di “sacrifici volutamente perché crescere lontano da casa, mettere in pausa la propria vita, relazioni, famiglia, università ed interessi, vivendo lo sport come un’alienante ossessione, ti logora dentro. Paradossalmente però più testavo i miei limiti, più mi sentivo spinto a continuare. Non un ideale da imitare, ma la mia verità: dolore e gioia le ho sempre reputate due facce della stessa medaglia…”.

 E così guardandosi indietro comunque vede un percorso che lo ha reso fiero: “Lo sport mi ha insegnato a vincere, perdere, rialzarmi, essere felice, confuso, triste, spaventato, amato, disperato, entusiasta, frustato, incazzato, ma infine realizzato. Ho deciso di smettere quando ero pronto, quando non avevo più nulla da dare, quando le difficoltà non erano più sfide da superare ma macigni da spostare. Come "l’Anello": se l’avessi tenuto troppo a lungo mi avrebbe consumato, ma l’ho portato abbastanza da amarlo per poi, con riluttanza, lasciarlo andare. Devo tutto questo alla mia "Compagnia", coloro che mi hanno aiutato guidandomi quando le ambizioni offuscavano il giudizio e sostenendomi quando le forze mancavano: allenatori, staff, compagni, ma soprattutto la mia famiglia, la Federazione, le Fiamme Gialle che dal 2014 sono diventate casa, Francesco (compagno di mille avventure e testimonianze di nozze), e mia moglie Francesca, arrivata nel mio mondo solo dal 2017 ma capace di completarlo ed arricchirlo assieme a tutti gli altri”. 

E non mancano i ringraziamenti: “Soprattutto grazie all’atletica, che ha guidato ogni mia scelta amicizia e relazione, fino a oggi”.

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