Attualità - 12 novembre 2025, 07:05

Gioco d’azzardo, un problema grave anche in provincia di Imperia: nel 2024 spesi 3,6 miliardi in Liguria

Il dossier “Azzardomafie 2025” di Libera denuncia l’allarme sociale ed economico: nove clan mafiosi attivi in Liguria e politiche di contrasto ancora troppo deboli

Gioco d’azzardo, un problema grave anche in provincia di Imperia: nel 2024 spesi 3,6 miliardi in Liguria

Nel 2024 i liguri hanno speso 3 miliardi e 675 milioni di euro nel gioco d'azzardo: quasi come l'intera spesa sanitaria regionale. La maggior parte, due miliardi e 170 milioni, nel gioco telematico, la restante, un miliardo e 505 milioni, nel gioco fisico.

Il dossier di Libera “Azzardomafie 2025” - curato da Toni Mira, Maria Josè Fava, Gianpiero Cioffredi e Peppe Ruggiero- dipinge un quadro allarmante: il mercato dell’azzardo in Italia vale 157 miliardi di euro, con oltre 18 milioni di italiani coinvolti. Analizzando le relazioni della Direzione Nazionale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia, pubblicate tra il 2010 e il 2024, emerge che dietro il gioco si cela il coinvolgimento di 147 clan mafiosi di cui nove in Liguria: le famiglie Madonia, Fucci, Macrì, Nucera, Rodà, Raso, Gullace, Parrello, Findaca e la mafia albanese.

"Più del 50 percento alle persone che giocano d’azzardo appartiene alle fasce economicamente più deboli -spiega Antonio Molari, referente di Libera Genova e del progetto Mettiamoci in gioco -. Per questo serve un investimento serio sulla formazione degli operatori sociali affinché siano in grado di intercettare precocemente i segnali di disagio di chi rischia di cadere nella spirale del gioco". 

La Liguria è ultima per i sistemi di contrasto e regolamentazione previsti per disincentivare il gioco d’azzardo. Le misure considerate sono, ad esempio, la distanza tra le sale da gioco e i luoghi sensibili (scuole, centri per anziani, bancomat, compro oro); le fasce orarie di spegnimento obbligatorio delle slot; il marchio “no slot” ai locali che scelgono di non installare apparecchi da gioco; gli incentivi economici o le agevolazioni sulle tasse comunali alle attività che rinunciano alle slot. 

L'impegno, quindi, è relegato alle associazioni: “Le scelte attuate dalla politica locale e nazionale spesso vanno in direzione opposta agli indirizzi di tutela e prevenzione – aggiunge Molari. Mentre la politica costituisce un ostacolo, la società civile è a disposizione e collabora con impegno”. 

Sara Balestra

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