Un ringraziamento per gli sforzi e i finanziamenti ottenuti, ma anche un grido d'allarme che non ammette ulteriori ritardi. È questo il tono di una lettera inviata in Regione scritta da Rinaldo Sartore per conto dei proprietari delle abitazioni di Monesi di Mendatica, frazione montana che dal 2016 attende risposte concrete sulla sua sopravvivenza, a causa di una devastante paleofrana. Nonostante l'impegno politico e l'elenco dei finanziamenti ricevuti in generale per il territorio – che, si riconosce, sono senza dubbio meritori – l'amara constatazione è che nessuna di queste risorse sembra essere stata destinata alla messa in sicurezza della frana che minaccia direttamente le case di Monesi di Mendatica.
"Trascorsi nove anni dalla frana, siamo ancora totalmente all’oscuro del destino di quelle abitazioni”, scrivono i proprietari. Si tratta spesso di case semplici, tirate su con grandi sacrifici – ristrutturando vecchi tecci e casoni in pietra durante i fine settimana e le ferie – e che oggi rappresentano un inestimabile valore affettivo. L'appello si fa ancora più pressante ricordando che i pericoli erano noti da tempo. La ben nota relazione della Regione Liguria del 2007 individuava infatti il rischio, suggerendo il monitoraggio preventivo per il centro abitato e la difesa dalle acque meteoriche attraverso il recupero del rio Bandita. Un monito che, secondo i residenti, è rimasto completamente inascoltato: nessun monitoraggio attivato e interventi idraulici disattesi.
A peggiorare la percezione di abbandono è la notizia del recente stanziamento di 541.500 euro da parte della Regione Liguria a favore della frazione di Monesi di Triora, ma esclusa Monesi di Mendatica. I proprietari delle case chiedono quindi all'interlocutore politico un'azione diretta e immediata, che si discosti dalla gestione passata, giudicata "non incoraggiante" negli ultimi decenni.






