Attualità - 26 ottobre 2025, 07:03

Tra videogiochi, cyberbullismo e isolamento sociale: il digitale tra rischi e opportunità

Al MeLab i giovani imparano a convivere con la tecnologia

Tra videogiochi, cyberbullismo e isolamento sociale: il digitale tra rischi e opportunità

"Il digitale è ormai una componente imprescindibile della nostra vita: ha trasformato il modo di vivere, di relazionarci e di comportarci. Per questo è fondamentale intervenire precocemente, lavorando con le giovani generazioni affinché sviluppino una maggiore consapevolezza".

A parlare è la dottoressa Stefania Guasco, responsabile della struttura di Psicologia clinica e Digitale di Asl1 e referente del progetto MeLab, il Centro di promozione della Salute e Psicologia digitale con sede ad Arma di Taggia. Da maggio 2024, il centro ha accolto oltre 200 ragazzi tra i 13 e i 25 anni, offrendo un servizio innovativo promosso dall’azienda sanitaria locale e realizzato con i fondi europei Alcotra.

L’uso di internet comporta rischi, in particolare per gli utenti meno esperti, come il cyberbullismo, le dipendenze e l’isolamento sociale. "Una delle situazioni con cui entriamo più frequentemente in contatto è quella del ritiro -spiega Guasco-, ragazzi che hanno difficoltà a relazionarsi, tendono a 'vivere' prevalentemente nel mondo online e faticano a socializzare nella vita reale". Al MeLab il trattamento di casi clinici si affianca a programmi di prevenzione: "Dal momento in cui si entra in possesso di un dispositivo  – sottolinea Guasco , in media tra la fine della scuola primaria e l’inizio della secondaria, nasce la necessità di imparare ad usarlo con consapevolezza". 

Una consapevolezza che si forma con la conoscenza: la tecnologia, quindi, non viene demonizzata, ma diventa un’alleata. Una delle attività è la videogame therapy: "Ci consente di agganciare anche il ragazzo più problematico e da lì instaurare un rapporto e una riflessione -dice la dottoressa-. Il videogioco è  uno strumento utile per potenziare le abilità cognitive, allenare la mente, stimolare il problem solving e la creatività. Contemporaneamente si discute sui tempi e i modi di giocare, per prevenire forme di dipendenza e di azzardo".

Fondamentale è anche il ruolo dei genitori: "Notiamo che è poco sfruttato il controllo parentale – osserva Guasco spesso il dispositivo viene consegnato al minore come fosse di sua proprietà esclusiva, senza alcun controllo". Nel frattempo il contatto con “lo schermo” è sempre più precoce: "Alcune attività sono rivolte ai bambini tra gli zero e i sei anni, qui i giochi interattivi affiancano quelli tradizionali, ma devono sempre essere condivisi con i genitori".

Sara Balestra

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