In piazza Bianchi, a Oneglia, le poesie di Manuel Gandossi spuntano sui muri, su fogli scritti a macchina. "Scrivere è un modo per sfogarmi -racconta-, soprattutto nei momenti difficili, può diventare una piccola terapia. Ti aiuta a fare chiarezza, a iniziare un cambiamento".
Gandossi è autore di Incastro, una raccolta pubblicata nel gennaio del 2024: "Ho iniziato a scrivere nel 2022, dopo la fine di una lunga relazione -spiega l'autore-. Un amico con la passione per la fotografia, Luca Luzzara, pubblicava le mie poesie come didascalie delle sue foto e hanno raccolto successo sui social. Così ho iniziato a batterle a macchina e appenderle in giro per Imperia e da lì è nato il libro".
L'opera racchiude 99 poesie e 33 fotografie, è diviso in quattro macro-categorie: storie di vita vissuta, poesie dedicate al mare, episodi personali e riflessioni, parole che strappano una risata. "Scrivo di cose semplici, ma vere -prosegue Gandossi-, per questo molti lettori si ritrovano nelle mie parole. Questo libro è nato da un sogno improvviso ed è proprio questo il messaggio che volevo trasmettere: tutti dovremmo avere un sogno. Non possiamo vivere solo di lavoro, bollette e responsabilità. Ogni tanto serve fare qualcosa solo per il proprio benessere. Per me, quel qualcosa, è stata la poesia".
Tra poco uscirà anche il secondo libro, Equilibrio: "E' un invito a tornare a dialogare, in un tempo in cui è difficile parlare, anche con chi ci sta vicino. Vorrei invogliare le persone a scrivere una lettera, un messaggio, magari a qualcuno con cui fanno fatica a parlarsi. Oppure a se stessi". Il libro sarà anche un modo per chiudere un cerchio: "Dopo mi dedicherò ad altro, magari un romanzo - conclude Gandossi -. Continuerò a scrivere poesie per condividerle con la città. Prima lo facevo su fogli volanti, che potevano sparire da un momento all’altro: chi li trovava, doveva cogliere l’attimo. Ora sto cercando un modo più permanente".






