Il segretario generale della Cgil Liguria, Maurizio Calà, ha lanciato un forte appello in merito alle condizioni critiche del lavoro, sottolineando l'urgenza di un confronto costruttivo tra il sindacato e la magistratura. La sua dichiarazione, rilasciata a margine del convegno "La tutela dei diritti dei lavoratori", evidenzia una situazione allarmante caratterizzata da un lavoro sempre più precario, un aumento di infortuni e morti sul lavoro, fenomeni di mobbing e una preoccupante carenza di controlli ispettivi.
Calà ha ribadito che sia la CGIL che i magistrati "hanno il dovere della rappresentanza e della tutela dei diritti costituzionali e della legislazione di questo paese". Il focus è sulla necessità di proteggere il lavoratore, definito come "la parte più debole", di fronte alle trasformazioni del sistema economico e alle nuove legislazioni, come il Jobs Act, che hanno moltiplicato le tipologie di lavoro precario, comprimendo di fatto i diritti acquisiti.
Le questioni fondamentali da affrontare, oltre alla precarietà, riguardano: la compressione del salario; la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e il fenomeno del mobbing. Il segretario generale ha fornito dati specifici e particolarmente drammatici relativi alla Liguria per il 2024, che mettono in luce la gravità della crisi della sicurezza: si è registrato un aumento del 55% dei morti sul lavoro e gli infortuni hanno raggiunto quota 18.000. A fronte di questi numeri, il sistema di prevenzione e repressione appare insufficiente: su 133.000 aziende liguri, vengono effettuate solo 1.300 ispezioni in materia di salute e sicurezza.
Calà ha concluso con una critica diretta, affermando che una tale sproporzione nei controlli si traduce inevitabilmente in un "elemento di impunità", che permette di fatto alle aziende di eludere le normative, esponendo i lavoratori a rischi inaccettabili. L'appello dunque è un invito alla magistratura e al sindacato a unire le forze per far valere i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione e garantire la sicurezza e la dignità di chi lavora.






