Al Direttore - 06 ottobre 2025, 13:12

L'INTERVENTO. Perasso:"Capo Berta: servono interventi strutturali, non soluzioni tampone"

"Da decenni si ignora la natura geologica del versante: reti e muretti non bastano. È ora di tornare a interventi seri come quelli dell’ANAS negli anni ’70", dice l'ex presidente del onsiglio comunale

L'INTERVENTO. Perasso:"Capo Berta: servono interventi strutturali, non soluzioni tampone"

Riceviamo e pubblichiamo dall'ex presidente del consiglio comunale di Diano Marina Marco Perasso

Da decenni si disserta sulla stabilità delle pendici di Capo Berta  e delle frane attivate dalla costruzione della variante all'Aurelia ( ora declassata SP 449 ) alla fine degli anni '60.
Bisogna dire che il costone  a mare di Capo Berta è formato da FLYSH AD ELMINTOIDI; praticamente una mille sfoglie i cui strati sono il risultato della risedimentazione, in ambiente marino, di depositi, prevalentemente calcari, franati dalla piattaforma continentale sul fondale. Questi sedimenti calcari, per loro natura più “coerenti”, sono inframmezzati da strati argillosi, molto meno stabili e soggetti a movimenti se sottoposti allo stress di precipitazioni intense o di altre sollecitazioni, come , nel nostro caso, la costruzione di una strada che ha praticamente tagliato i piedi alla montagna. Da qui l'attivazione di alcune frane , prima quiescenti, che hanno portato all'immediata chiusura dell'arteria a pochi giorni dalla sua inaugurazione. L'innesco di questi movimenti franosi ha messo a serio e concreto rischio, a metà degli anni '70, la stabilità della stessa SS 1 Aurelia ed ha obbligato l'ANAS, nella sua qualità di proprietaria della statale, a importanti interventi quali la posa di palficazioni, collegate poi tra loro da 'travi' esattamente nel tratto a valle dei due rettilinei che si affrontano, arrivando da Imperia,  prima di raggiungere la sommità della salita. Al riguardo si osservino le foto qui riportate.
Tale opere , sino ad oggi, sono risultate risolutive, vale a dire hanno  stabilizzato il tratto di montagna da esse interessate. Questo  vuol dire CONSOLIDARE il costone di una montagna. 

Ben diversa è l'opera che, tra proclami, voli in elicottero e finanziamenti a pioggia, ma senza un progetto organico, è stata portata avanti negli ultimi 14 anni dall'amministrazione dianese , con la sponsorizzazione della Regione Liguria. Si sono posate sulle pendici di Capo Berta delle reti allo scopo di trattenere o, almeno, rallentare, la caduta di massi e pietrisco. Nei tratti più rischiosi si è addirittura innalzato un muro che ha praticamente dimezzato la larghezza della carreggiata, precedentemente realizzata, al fine di contenervi i massi rotolati a valle , perché non trattenuti dalle  reti.  Ma cosa capiterà una volta che lo spazio tra il  nuovo muro e quello sul lato a monte della “Incompiuta” sarà pieno?  Dove conferiremo questo materiale che, ricordiamoci, è di proprietà del Demanio e quindi non può, per legge, essere piazzato ovunque e , ancora , chi si farà carico dei costi di tale operazione oltre che del periodico svuotamento delle reti piazzate lungo i costoni della montagna? Di questo il sindaco Za Garibaldi, nell'ultimo consiglio comunale, così come in altre occasioni si è guardato bene di parlare. Penso che nel prossimo incontro con l'assessore Giampedrone ,a cui si deve il catastrofico intervento di “messa in sicurezza ( ancora una volta!!! ) e di riqualificazione di Borgo Paradiso , si debba affrontare questo argomento e raggiungere un concreto e meticoloso memorandum  d'intesa che metta al riparo il Comune di Diano Marina da pericolose sopravvenienze passive derivanti da tali interventi che, come mi sembra di averlo sufficiente spiegato, sono dei meri PALLIATIVI.
Mi domando se non sia venuto il momento di affrontare una volta per tutte il problema con un sistema di palificazioni e travi ( detti berlinesi ) che hanno già dato ottimi risultati ,  almeno per quanto riguarda quelli piazzati dall'ANAS. Inoltre questi sono stati ormai coperti da pini marittimi che li rendono invisibili sia dal mare che dal cielo. 
Volendo essere ancora più tranquilli, nei tratti più a rischio, alcune gallerie a giorno, come quelle , sempre realizzate da ANAS su capo Mele  ci consentirebbe di iniziare a fruire senza patemi e costi aggiuntivi di un' opera che , valorizzata dalla ciclabile, diventerebbe davvero strategica sia per il golfo dianese che per le velleità turistiche di Imperia.

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