Ospite dell’appuntamento odierno del 'Libro per l’Estate' è Roberta Poggio, scrittrice torinese che ha vissuto a lungo a Imperia, città a cui è profondamente legata e dove sogna di tornare. Con lei si parla di Onora il figlio, romanzo intenso e corale che si muove tra campagne dimenticate, metropoli frenetiche, antichi anatemi e scandali moderni.
L'intervista
La vicenda prende le mosse da Follero, paesino immaginario a vocazione rurale, dove gli abitanti si trovano a deliberare sulla demolizione dell’antica chiesa di Santa Croce. È il 1969, e la decisione, caldeggiata da Beatrice e dai fratelli Antonio e Francesco Rambaldi, segnerà il destino dell’intera comunità. Per superstizione o per manovre di potere, i protagonisti vengono esiliati: qualcuno parla di una maledizione lanciata in un passato oscuro, dimenticato ma non del tutto sepolto.Anni dopo, le conseguenze di quelle scelte riemergono in storie lontane solo in apparenza. Due donne senza legami evidenti, entrambe di nome Caterina e di cognome Rambaldi, muoiono lo stesso giorno in città diverse. Nello stesso istante, Pietro, giovane destinato a una promettente carriera politica, finisce in carcere.
Il romanzo, seguendo un intreccio a ritroso, ci porta a Roma, dove conosciamo la prima Caterina, giornalista di successo travolta da uno scandalo e madre di un figlio adolescente con gravi problemi psichici, e a Genova, dove vive la seconda Caterina, ragazza fragile che lotta per non cedere alle difficoltà familiari. Il filo comune che le unisce conduce ancora una volta a Follero e alle sue ferite mai guarite.
Con Onora il figlio, Roberta Poggio costruisce un mosaico narrativo ricco di tensione e sfumature, in cui i destini individuali si intrecciano con il peso della memoria collettiva e delle colpe tramandate. Una storia che attraversa decenni, città e generazioni, ponendo domande universali su colpa, perdono e radici.






