Politica - 30 luglio 2025, 17:50

L'intervento. Imperia di tutti: "Imperia tace su Gaza, un’occasione persa, una resa morale"

Nella seduta del 29 luglio, il Consiglio Comunale di Imperia ha respinto la mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina

L'intervento. Imperia di tutti: "Imperia tace su Gaza, un’occasione persa, una resa morale"

 Riceviamo e pubblichiamo da Roberto Saluzzo Coordinatore di Imperia di Tutti Laura Amoretti Consigliera Comunale Imperia di Tutti

La seduta di ieri sera, martedì 29 luglio, ha segnato una delle pagine più deludenti per il Consiglio Comunale di Imperia. La mancata approvazione della mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina rappresenta non solo un’occasione persa, ma una vera e propria resa morale di fronte a una tragedia umanitaria di proporzioni drammatiche. 

Il Consiglio, e con esso l’Amministrazione e la Città, hanno scelto il silenzio proprio mentre la storia chiede chiarezza, responsabilità e coraggio. Davanti a una strage in corso nella Striscia di Gaza, dove civili – soprattutto bambini – vengono massacrati mentre cercano acqua e cibo, è impossibile restare neutrali. La neutralità, oggi, è complicità. Nessuno nega l’orrore del 7 ottobre, ma usarlo come giustificazione per la sistematica distruzione di Gaza e l’assedio di un intero popolo è inaccettabile. 

La politica feroce e criminale del governo Netanyahu va denunciata con fermezza. Il riconoscimento dello Stato di Palestina è il primo, necessario passo verso una soluzione politica giusta e duratura. Molte città italiane hanno già preso posizione – Genova proprio ieri – insieme a decine di ex ambasciatori della Repubblica, università prestigiose come quella di Padova e autorevoli voci religiose. Tra queste, spiccano le recenti dichiarazioni del Segretario di Stato Vaticano, cardinale Parolin, che ha risposto alle parole della Presidente del Consiglio secondo cui il riconoscimento sarebbe “prematuro”: “Perché prematuro riconoscerlo? Per il Vaticano è la soluzione.” 

Parole a cui si è unito anche il nostro Vescovo, Monsignor Guglielmo Borghetti. È tempo che anche l’Italia torni ad avere una politica estera degna di questo nome. Come hanno fatto la Spagna, la Norvegia e altri paesi europei, dobbiamo riconoscere la Palestina come Stato autonomo e riaprire con decisione la strada della soluzione dei due popoli due Stati. Anche se non sarà la pace definitiva, è un passo fondamentale verso una tregua stabile e duratura, che possa dare respiro e dignità a due popoli che da troppo tempo vivono nel sangue e nel dolore. In passato l’Italia ha saputo essere protagonista. Ricordiamo le parole di Bettino Craxi, allora Presidente del Consiglio, dopo la crisi di Sigonella: “Contesto all’OLP l’uso della lotta armata non perché non ne abbia diritto chi difende una causa nazionale, ma perché sono convinto che lotta armata e terrorismo non risolveranno il problema palestinese.” 

Parole forti, coraggiose, pronunciate in un Parlamento che seppe ascoltare. Oggi, quella lucidità è svanita. E in sua assenza, l’Italia si rifugia in patti disumani con regimi africani, nella sola ossessione di fermare i migranti, a costo della nostra credibilità internazionale. Contrastare la politica del governo Netanyahu significa anche prevenire il riemergere di sentimenti antisionisti o addirittura antisemiti, che confondono colpevolmente Israele con il suo attuale governo e l’ebraismo con una politica di guerra. È un analfabetismo funzionale e pericoloso, alimentato proprio da chi oggi siede al potere in Israele. 

Tornando a Imperia, ci aspettavamo una presa di posizione chiara, netta, inequivocabile. Non c’è stata. E questo silenzio rischia di essere percepito come indifferenza dell’intera città di fronte alla tragedia palestinese. Ed è una responsabilità che non possiamo ignorare. Imperia di Tutti continuerà a fare la sua parte, senza ambiguità e senza opportunismi, perché su temi come questo non si può restare a metà strada.

 Invitiamo forze politiche, associazioni e cittadini a unirsi in un fronte comune che chieda con forza ciò che è giusto: il riconoscimento dello Stato di Palestina, la fine dei massacri e il ritorno a una politica estera fondata sulla dignità dei popoli, non sulla convenienza del momento. Se Imperia non ha avuto il coraggio di prendere posizione ieri, lo faccia domani. Facciamolo. Perché il tempo dell’attesa è finito. 

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