Crisi del commercio: nei primi sei mesi del 1993 il volume d'affari è già calato del 30%.
Una crisi generalizzata, che non risparmia neppure titolari e gestori dei banchi sul mercato ambulante. Ieri, a Oneglia, alcuni hanno incassato meno i 50 mila lire per tutta la giornata. Le previsioni degli esperti, tra l'altro, sono tutt'altro che rassicuranti. "Il '94 potrebbe anche andare peggio", dicono.
Recessione, aggravio fiscale e inflazione: il mix di circostanze negative è deflagrante. Una situazione che, inevitabilmente, si ripercuote sulla clientela, decisamente meno intraprendente nel voler spendere i propri soldi in tempi di vacche magre. Il risparmio è la prima regola in famiglia, con conseguente taglio di tutte quelle spese ritenute - se non superflue - almeno rinviabili a tempi migliori.
La congiuntura fa tirare la cinghia anche e soprattutto ai turisti, in primis quelli italiani, già alle prese con forti rincari tra spiaggia e soggiorno alberghiero.
Di fatto, a soffrire maggiormente il calo degli affari sono boutique, negozi di abbigliamento e calzature, profumerie e attività del cosiddetto genere di lusso (gioiellerie e preziosi).






