“Anche la provincia di Imperia può considerarsi sul piano criminale, una roccaforte della ‘ndrangheta reggina. È stata infatti confermata l’operatività del locale di Ventimiglia, in collegamento con talune fra le più pericolose cosche reggine quale quella dei Piromalli. Il predetto locale assolverebbe ad una funzione di Camera di passaggio o di transito e, pertanto, di collegamento con le proiezioni ultranazionali attive nella vicina riviera francese”. Inizia così la relazione semestrale della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia, presentata oggi dal Ministro dell’Interno al Parlamento e relativa all’analisi sui fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso.
L'intento del documento è quello di di descrivere l’operatività delle organizzazioni mafiose nel loro complesso, declinandone poi le presenze a livello territoriale, lo specifico modus operandi adottato nei vari contesti d’area e dando risalto alla descrizione delle azioni di contrasto di tutte le componenti del sistema antimafia.
Non poteva mancare il focus sulla provincia di Imperia dove la Dia ha analizzato le dinamiche criminali soprattutto nel Dianese e nell'estremo ponente. “In provincia si registra anche la presenza della diramazione associativa di Bordighera, è scritto nella relazione, facente capo alle famiglie Barilaro-Pellegrino proiezione della cosca Santaiti di Seminara (RC). Si annovera, inoltre, anche la presenza della famiglia seminarese De Marte, da tempo attiva nel territorio di Diano Marina (IM) e collegata ai Barilaro Pellegrino da relazioni parentali e affaristiche”.
Nel documento inviato al Parlamento si fa riferimento alla sentenza, emessa dal Tribunale di Genova il 25 novembre scorso nell’ambito del processo “Ares 2021”, dove sono stati inflitti oltre 180 anni di reclusione nei confronti dei 22 imputati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione ed altro, con l’aggravante mafiosa. L'inchiesta condotta l'anno prima dalla Guardia di Finanza oltre a 26 arresti ha potato anche al sequestro di oltre 850mila euro. Il sodalizio come base avrebbe acuto Diano Castello, ma con ramificazioni a Roma e in Calabria. Il Tribunale, così come già affermato dal Gip in sede cautelare, ha dunque ritenuto che l’associazione operasse “… con modalità tipicamente mafiose, affermando il proprio monopolio nell’area del dianese dove gestiva le attività delittuose grazie a una cospicua rete di venditori, imponendo il proprio dominio anche grazie alle minacce e all’evocazione del nome della famiglia De Marte- Gioffrè che, per reputazione criminale acquisita, le consentiva di affermarsi nel mercato locale degli stupefacenti …”.
Invece, per quanto le organizzazioni criminali straniere, nella relazione della Dia si cita l'operazione messa a segno il 22 marzo 2024, dai Carabinieri che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 personedi nazionalità marocchina e tunisina, ritenuti responsabili di una consistente attività di spaccio di cocaina ed eroina condotte prevalentemente nell’area di Imperia e di Albenga.
Anche il territorio di Sanremo non è esente, stando alle risultanze investigative, dalla presenza mafiosa. “Nell’area sanremese, viene evidenziato, si è da tempo avuta contezza circa la presenza di propaggini della cosca Gallico di Palmi” mentre guardando la riviera francese “è da tempo nota l’operatività di singoli sodali o di gruppi familiari riconducibili a consorterie ‘ndranghetiste attive per lo più nel settore del narcotraffico nonché, in passato, nella gestione di latitanti”. Sul fronte di mafia e camorra infine, “non si sono registrate nel 2024 operazioni di polizia che ne abbiano evidenziato l’operatività”.
Guardando complessivamente la Liguria, però “gli esiti di importanti inchieste giudiziarie hanno consentito nel corso degli anni di delineare la presenza nella regione di una struttura organizzativa della ‘ndrangheta, che costituisce una macroarea denominata Liguria, alla quale fanno riferimento altre unità periferiche, i cd. locali. Seppure strettamente collegati al Crimine di Polsi (frazione di San Luca-RC), i locali di Genova, Lavagna (GE) e Ventimiglia (IM) sono dotati di un’autonomia strategico-operativa che gli consente un potere decisionale in diversi settori criminali. Recentemente si è avuta contezza giudiziaria anche di un ulteriore rilevante insediamento operativo a Bordighera. Secondo alcune ricostruzioni investigative, il locale di Genova assumerebbe anche il ruolo di Camera di controllo regionale, denominata Liguria. Tale struttura rivestirebbe la funzione di raccordo tra il Crimine reggino e le unità periferiche liguri. Il locale di Ventimiglia, invece, svolgerebbe la funzione di Camera di passaggio, a garanzia di una sorta di “continuità” operativa e strategica con le analoghe proiezioni ultra nazionali presenti in Costa Azzurra (Francia)”.