Un processo fondato sulla religione trasformata in superstizione. È il tema narrato nell’opera di Antonella Forte ʽLe sorelle della notteʼ, una storia vera di lunghi e veri di episodi legati all’ignoranza avvenuti nel paesino di Triora, valle Argentina. Nel volume, edito da Piemme e presentato domani pomeriggio (ore 18) presso la Libreria Dante, si racconta del periodo dal 1588 quando Franchetta Borrelli, insieme a oltre dieci donne del paese, viene ritenuta responsabile di stregoneria, dedita al demonio e per i loro compaesani e compaesane responsabile della carestia che ha colpito la vallata da una carestia perdurante da due anni.
Una storia reale che prosegue per oltre due anni, fino al 1589, con 13 presunte streghe incarcerate ne capoluogo ligure, allora Triora era sotto il dominio della Repubblica di Genova. E proprio da Genova viene inviato il commissario Giulio De Scribani che, mosso da fanatica e inarrestabile ossessione, diventa il terrore delle ʽsorelleʼ, così si chiamano tra di loro le presunte streghe.
De Scribani, insieme con il vicario inquisitore di Albenga, il sacerdote Girolamo del Pozzo, mettono tutto il loro fanatismo per imprigionare, torturare e, in alcuni casi pure uccidere le streghe già prigioniere mentre ricercano ossessivamente altre streghe nascoste. Infatti le ʽsorelleʽ sono rifugiate nei boschi dell’entroterra ponentino e mettono a frutto tutte le loro conoscenze delle erbe selvatiche, delle loro qualità, una sapienza della natura volutamente scambiata per stregoneria.
E mentre una parte di loro si nasconde, Franchetta Borrelli, invece, si consegna alle autorità per liberare il fratello Quilico e il giovane aiutante e giurista Matteo.Torturata brutalmente, l’animatrice del movimento resiste grazie a una pozione preparata con delle erbe medicinali e, insieme a quelle già prigioniere, su ordine del Senato viene trasferita a Genova dove le condizioni della detenzione sono terribili.
Per oltre un anno ingaggiano una lotta con De Scribani fino a quando la storia sembra raccontare della loro liberazione. Insomma, Antonella Forte ha raccontato una storia vera scrivendo un’opera potente e tuttora attuale contro la ferocia e l’ignavia del potere.