Per molti, tra critici e studiosi di letteratura, è il più grande scrittore imperiese della storia, davanti anche a Edmondo De Amicis. Giovanni Boine, nato a Finale Marina il 12 settembre 1887, si è spento a Porto Maurizio il 16 maggio 1917. Unanimemente riconosciuto come uno tra gli intellettuali più importanti della sua epoca, non soltanto in Italia, studiò a Milano alla Regia Accademia scientifico-letteraria. Suoi compagni di corso furono Clemente Rebora e Antonio Banfi. Boine soggiornò anche a Parigi, città dove decise di approfondire i suoi studi filosofici.
La sua massima espressione, secondo gli esperti, fu quella da saggista, soprattutto su temi di carattere religioso e filosofico. Prima di collaborare con La Voce, era stato vicino al gruppo dei modernisti lombardi, prestando la sua opera di scrittura alla rivista Il Rinnovamento. Data 1912, invece, la sua collaborazione con La Riviera Ligure. Tra il marzo 1914 e l’ottobre 1916, curò una seguitissima rubrica di critica militante, Plausi e botte, pubblicando qui i suoi scritti più importanti.
Nel 1909 i primi sintomi della tisi: i medici gli consigliarono il trasferimento a Porto Maurizio, dove trascorse il resto della sua breve vita, tra esperienze intense, amori turbolenti e attività culturali significative. Alla vigilia della guerra egli pagò il suo contributo agli entusiasmi interventisti con i Discorsi militari (1914).
La sua opera più importante resterà Il peccato, romanzo breve del 1914, giudicato dai critici "un interessante tentativo di adattare una materia autobiografica a una rappresentazione oggettiva, in una prosa lirica e ritmata che nasce da una ricerca sperimentale". Le sue spoglie riposano al cimitero di Porto Maurizio, accanto a quelle del fratello Pietro, primo campione italiano di pugilato e azzurro di boxe.