Buon ottantesimo compleanno al Venticinque Aprile Festa di Pace e di Libertà Esattamente ottant'anni fa in Italia finiva la seconda guerra mondiale.
La gente ebbra di gioia si riversava nelle piazze e nelle strade, dalle grandi città ai più sperduti paesini. Una esplosione di gioia collettiva senza eguali nella sia pur breve storia dell'unità nazionale. Le armate naziste e i loro alleati, i fascisti della cosiddetta Repubblica di Salò, si arrendevano ovunque, ora alle truppe alleate angloamericane, ora, come a Genova, alla Resistenza Partigiana. Per l'Italia fu il momento della pace dopo una guerra devastante durata cinque lunghissimi anni e della ritrovata libertà dopo vent'anni di dittatura fascista.
Ricordare, come si è fatto poc'anzi, in modo assai elementare, da lectio brevis di scuola materna, cosa accadde il 25 aprile del 1945 dovrebbe essere superfluo ma cosi si teme non sia. Il dilagante analfabetismo funzionale, le narrazioni di comodo, le revisioni, le improvvide autorevoli aggettivazioni, rischiano di mistificare la realtà dei fatti storici che, inconfutabili, debbono essere quindi ripetuti a molti.
Un evento centrale nella storia del Paese non può essere relegato a un festa, a un fatto come un'altro. L'esistenza di intere generazioni, quelle nate dopo quel giorno, è stata segnata dal venticinque aprile del 1945. Un'esistenza, una vita, in un Paese, con tutte le sue contraddizioni, sempre libero e democratico in cui la guerra non ha più fatto ritorno.
Fare tesoro di quella storia, onorando chi ha sacrificato la sua vita per la nostra libertà, italiani o non che essi fossero, è un dovere individuale e collettivo.
Conservare il significato profondo di quel giorno e del come fu costruito, dalla Resistenza militare e civile e dalle potenze alleate è un atto di verità. La libertà, la pace, come quel giorno, siano un dolce suono che attraversi oggi l'intera Nazione. Siano musica di cui esser orgogliosi e soprattutto degni.