Si è svolto ieri pomeriggio un presidio promosso dalla Rete Liguria dei Comitati e delle Associazioni davanti alla sede del consiglio regionale in Via D’Annunzio, per dire con forza che "la salute non è una merce, la salute si difende e non si svende".
L’iniziativa ha visto la partecipazione di rappresentanti dei comitati provenienti dalle quattro province liguri, giunti a Genova per consegnare ufficialmente 20mila firme raccolte dai cittadini della provincia di Imperia. La petizione esprime la netta contrarietà alla chiusura dell’ospedale di Imperia e alla realizzazione dell’ospedale unico a Taggia, ritenuto un progetto inadeguato e dannoso per il territorio.
Oltre alle firme, i comitati avevano preparato anche una serie di documenti che illustrano le criticità sanitarie riscontrate in diverse aree della Liguria. Tuttavia, nonostante i promotori dell’iniziativa fossero già stati registrati dagli addetti agli accessi, per facilitare l’ingresso nell’orario consentito, l’accesso all’aula consiliare è stato negato.
La presidenza del consiglio regionale ha giustificato la decisione sostenendo che mancava una formale richiesta scritta, da presentare in anticipo. È stato proposto un incontro al termine dei lavori del consiglio, ma tale proposta è risultata impraticabile per molti attivisti, costretti a rientrare nelle loro province con mezzi pubblici.
La reazione dei comitati è stata di profonda delusione e amarezza. “Non è la prima volta che accade una situazione simile – spiegano gli organizzatori – ma ci aspettavamo almeno un minimo di attenzione e rispetto per cittadini che hanno affrontato ore di viaggio e trasportato materiali pesanti per portare la loro voce in Regione”.
“Evidentemente sospendere la seduta per dieci minuti per ascoltare i cittadini è un onere che questo consiglio regionale non è disposto ad assumersi – aggiungono –. È più facile rimandare tutto alla burocrazia e ignorare le istanze reali della popolazione”.