“La Alpi ci parlano e sono testimoni del cambiamento climatico”, dice Stefano Sciandra, meteorologo e alpinista. Ieri sera il “salottino” dell’Oratorio dell’Assunta a Costa d’Oneglia ha ospitato la conferenza "La nuova normalità, il cambiamento climatico visto da quota 4000", presentata dal direttore editoriale de La Voce di Imperia, Diego David, e organizzato in collaborazione con il Circolo Anspi guidato da Silvia Mameli.
Relatore è stato Stefano Sciandra che ha analizzato il fenomeno globale da un punto di vista inconsueto, non quello al livello del mare, ma dall’alto delle Alpi. Alpinista d’alta quota, frequenta la Valtournenche dal 1975, tanto da ricevere il premio fedeltà dall’Amministrazione locale. Insieme a Marco Barmasse ha avviato il suo cammino nel mondo dei 4000, conquistando il 22 agosto 2013 l'accesso al Club dedicato dopo aver scalato l'Hinter Fiescherhorn, nell'Oberland Bernese. Nella sua carriera ha completato 46 ascensioni a 4000 e questa sua passione lo ha avvicinato alla meteorologia: “È diventata una necessità – spiega Sciandra, oggi curatore della rubrica de La Voce Un occhio al Cielo -, avevo bisogno di organizzare con precisione le mie scalate, avendo contezza del quadro meteorologico”. Un modo per evitare imprevisti, anche rischiosi: “Non puoi affidarti al classico sito di previsioni -sottolinea-, ma devi conoscere realmente il microclima locale”.
Frequentando la montagna si diventa testimoni diretti dei drastici mutamenti in corso: “Per tredici anni ho salito le vette più alte delle Alpi, entrando in contatto diretto con gli effetti dei cambiamenti climatici”. Il fenomeno ha origini lontane e la natura ne è testimone: “Ricordo che nel 1976 la caratteristica lingua glaciale della Mer de Glace a Chamonix Mont Blanc si estendeva fino al centro abitato. Era normale vedere questa corte di ghiaccio che si estendeva anche vicino ai binari ferroviari”. Ora non è più così: “La lingua di ghiaccio si è ritirata e nonostante il processo sia iniziato nel 1850 il depauperamento principale è avvenuto proprio negli ultimi anni. Attualmente la superficie del ghiacciaio è al di sotto dei 30 km2 e nell'arco di 174 anni lo spessore è diminuito di 300 m”.
I cambiamenti sono inarrestabili e conseguenza diretta dell’azione dell’uomo e della densità demografica: “Nel 1970 il pianeta ospitava meno di 4 miliardi di persone, oggi siamo più di 8 miliardi, ossia oltre il doppio. Ma mentre la popolazione è esponenzialmente aumentata la superficie della Terra è rimasta la stessa. Il surriscaldamento è una forma di autoprotezione del Pianeta, che si difende con l’unico strumento che ha: la natura”, conclude Sciandra.






