Era uno dei volti più attesi di questo pomeriggio a Casa Sanremo, in occasione del convegno Next Gen Legality , e ovviamente non ha deluso le aspettative. Sigfrido Ranucci, giornalista, conduttore di Report e vicedirettore Rai, ha lanciato un monito chiaro a tanti giovani studenti presenti nella lounge Mango sulla pericolosità del sottovalutare il fenomeno mafioso.
Le sue dichiarazioni hanno fatto eco alle parole pronunciate, proprio a Report lo scorso dicembre, dal presidente della Provincia di Imperia, Claudio Scajola, secondo cui la mafia “non esisterebbe sul territorio imperiese in quanto non vi sarebbero denunce”.
Ranucci ha sottolineato, ancora una volta, il rischio di abbassare la guardia su un fenomeno che spesso agisce nell'ombra: “Essere leggeri su certi temi è pericoloso? Ma assolutamente sì, anche perché poi ti ritrovi in una chiesa o in un circolo, o magari in un bar affianco a un mafioso e manco te ne rendi conto… e magari gli chiedi anche i voti. Bisogna tenere l'attenzione molto alta: perché se si chiede una mano alla mafia, la mafia ti chiede il conto e poi inizia il cortocircuito” .
Il giornalista ha poi parlato del cambiamento del fenomeno mafioso nel corso degli anni e della necessità di sviluppare strumenti più efficaci per riconoscerlo: “Bisogna fare più attenzione e bisogna avere gli strumenti per saperla cogliere. Il giornalismo oggi deve mantenere uno sguardo attento, un faro nelle zone d'ombra” .
Ranucci ha inoltre evidenziato un problema di memoria e consapevolezza, soprattutto tra i giovani giornalisti: “Nelle nuove generazioni diventa più complicato riconoscere un mafioso”. Alle parole del giornalista si aggiungono anche quelle di Nicola Gratteri, Procuratore Generale presso il Tribunale di Napoli e altro protagonista del convegno Next Gen Legality: "Se manca memoria in questo paese in tema di mafie? Non solo in quella".
(Foto e video di Pietro Cattaneo)