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Attualità | 10 febbraio 2025, 07:00

Agriturismi in calo in Liguria, ma il Ponente resiste

Le aziende agricole della zona continuano a offrire servizi di qualità, nonostante le difficoltà legate ai collegamenti e alla pandemia

Agriturismi in calo in Liguria, ma il Ponente resiste

In ambito nazionale aumenta mentre in Liguria il settore dell’agriturismo conosce una contrazione, La nostra regione, infatti conquista il secondo gradino del podio della diminuzione di questa attività: dalle 745 aziende del 2022 si passa alle 710 del 2023 con un decremento, quindi, del -4,7 per cento

Però non è un fenomeno che si avverte in maniera decisa e concreta nel territorio del ponente ligure dove le aziende del settore non conoscono crisi. Le uniche vere difficoltà, in effetti, sono sempre i collegamenti e sono stati i tempi della pandemia da Covid, l’elemento che ha rappresentato un prima e un dopo. 

L’autostrada era e tuttora rappresenta il nostro principale problema – afferma Federica Novelli dell’Agriturismo Oltrealmare di Civezza – In particolare gli italiani sono assolutamente demotivati a subire tutte le difficoltà dei cantieri autostradali per un weekend in Riviera”

Oltre ai problemi logistici, quattro anni fa si era aggiunto il Covid a incidere sull’attività delle aziende di agriturismo. “Prima della pandemia la maggioranza dei miei clienti erano stranieri – racconta Cinzia Giordano, titolare de Il vigneto di Dolcedo dal 2009 – dopo, invece, gli italiani sono diminuiti e molti agriturismi hanno chiuso”. 

Non è stato soltanto un cambiamento quantitativo. “Il livello della clientela è cambiato – aggiunge Giordano – Adesso si verifica maggiormente la presenza di gruppi e, in particolare, più giovani”. Un cambiamento della situazione confermato da altri suoi colleghi. “Il Covid ha agito da spartiacque – precisa ancora Federica Novelli Prima della pandemia vedevo americani, canadesi perfino uzbechi, dopo la maggioranza era europea con il 60 per cento di over 45”. 

E poi a complicare e rendere difficile la vita al settore anche fattori prettamente economici. “I costi per l’energia e i servizi sono pari alle aziende commerciali cittadine – sottolinea Laura Russo de “Le sottane” di Borgomaro – mentre non si può paragonare la nostra attività con quella di un ristorante sulla spiaggia, per esempio”.

Ma la posizione stessa di queste specifiche aziende meriterebbe particolari cure a livello commerciale. “Non mi sembra – precisa  Novelli che la Regione Liguria abbia un’attenzione nel promuovere i prodotti di eccellenza del nostro territorio come l’olio extravergine meritevole di essere proposto e pubblicizzato almeno in ambito internazionale”. Comunque la speranza ed il coraggio non manca nei diretti interessati. “Vero è che alcune aziende agrituristiche con la pandemia abbiano chiuso,– ammette Laura Russo – che alcuni si siano convertiti alla ristorazione e che la regione abbia avuto una contrazione del settore ma sono convinta che l’agriturismo ripartirà anche come elemento trainante dell’entroterra”.

Ino Gazo

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